Attività storiche in FriuliLa Regione Fvg, su proposta dell’assessore alle Attività produttive Sergio Emidio Bini, ha attribuito sei nuove qualifiche di “attività storica” nei Comuni di Povoletto e San Vito di Fagagna. La normativa regionale prevede la classificazione come “attività storica” dei pubblici esercizi e degli esercizi commerciali che siano attivi da almeno sessant’anni, con merceologia e offerta specificatamente legata alla tradizione, al territorio e all’economia locale. In seguito all’istruttoria conclusa dal Comune di Povoletto sono autorizzate ad utilizzare la denominazione di “attività storica del Friuli Venezia Giulia” il panificio Clocchiatti, sito nel centro storico della frazione Ravosa, in attività dal 1955; la Cooperativa agricola che opera nel centro storico della frazione di Savorgnano del Torre dal 1920; l’Agri-essiccatoio Margarin della frazione di Grions del Torre, in attività dal 1958; il bar trattoria Agli amici in attività dal 1951; il panificio pasticceria Boezio, in attività dal 1954 nel centro storico. A San Vito di Fagagna, invece, sarà il Minimercato Mazzucato, attivo nel centro storico dal 1952, a potersi fregiare della denominazione.Tutte le attività parteciperanno alla messa in rete nell’offerta turistica predisposta dalla Regione.

Eyof 2023 e l’enogastronomia Fvg “Il Friuli Venezia Giulia è orgoglioso che la sua montagna ospiti un evento come Eyof 2023 ed è altrettanto fiero del coinvolgimento nella manifestazione dei nostri amici austriaci e sloveni. La torcia olimpica è infatti un simbolo universale di amicizia e fratellanza tra i popoli che deve essere sempre promosso, un messaggio forte soprattutto in un momento complesso sotto il profilo geopolitico come quello attuale”. Questo il commento dell’assessore regionale alle Risorse agroalimentari, forestali, ittiche e montagna, Stefano Zannier, alla cerimonia di accensione della fiamma olimpica all’interno dell’evento “Road to EYOF 2023. One Regione One Festival”, che segna un altro passo verso Eyof 2023, il XVI Festival Olimpico Invernale della Gioventù Europea, che si svolgerà dal 21 al 28 gennaio articolandosi attraverso otto giorni di gare per promettenti giovani atleti europei tra 12 località alpine del Friuli Venezia Giulia, una in Austria (Spittal) e una Slovenia (Planica). Nel corso dell’evento, al quale hanno partecipato tra gli altri il sindaco di Pordenone Alessandro Ciriani e il presidente del comitato organizzatore di Eyof 2023 Maurizio Dunnhofer, l’assessore Zannier ha rimarcato “i positivi effetti diretti per la montagna friulana derivanti dalla presenza di un rilevante numero di sportivi, ma anche le ottime ricadute che la nostra regione avrà sicuramente dal punto di vista mediatico. Eyof è infatti una vetrina di primo piano per il Friuli Venezia Giulia a livello internazionale; i nostri poli montani avranno, ancora una volta, l’occasione di dimostrare a un pubblico internazionale la qualità degli impianti e dell’offerta ricettiva”. All’European Youth Olympic Festival parteciperanno 2.300 persone di cui 1.200 atleti tra i 14 e i 18 anni in rappresentanza di 47 Paesi. L’evento si articolerà tra 12 diverse località di gara distribuite lungo tutto l’arco alpino del Friuli Venezia Giulia, di cui due nelle confinanti Austria e Slovenia (e Planica). Zannier ha infine evidenziato che “gli atleti, i loro accompagnatori e tutti coloro che saranno coinvolti nell’organizzazione della manifestazione avranno modo di conoscere, e apprezzare, le eccellenze della nostra offerta enogastronomica. I grandi eventi sono infatti elementi trainanti dell’economia regionale perché oggi turismo ed enogastronomia sono legati a filo doppio nella strategia di promozione della nostra regione e delle sue tipicità grazie al marchio “Io sono Fvg”, che sta dando consistenti riscontri”.

I Forestali riuniti a BujaForte collaborazione con l’Associazione nazionale forestali a supporto delle attività di rappresentanza e di formazione a favore del Corpo forestale regionale grazie al prezioso patrimonio di esperienza di cui il sodalizio dispone. Questo lo spirito a cui ha richiamato l’assessore regionale alle Risorse forestali, Stefano Zannier, in occasione dell’assemblea dei soci di Anfor del Friuli Venezia Giulia tenutasi a Buja. L’associazione, presieduta da Marvi Poletto, conta oltre 250 iscritti tra forestali in pensione, ancora in servizio attivo e soci esterni simpatizzanti. L’assessore ha confermato che a breve, grazie all’immissione in ruolo dei vincitori dell’ultimo concorso al termine dei corsi di addestramento, che avverranno tutti contemporaneamente per consentire la più rapida immissione in servizio, verrà sanata una annosa mancanza di organico, ma l’apporto dell’associazione sarà ancora prezioso sia in termini di trasmissione di esperienza che di effettivo supporto. Zannier ha auspicato che anche i nuovi assunti aderiscano all’Anfor in modo che l’associazione diventi sede privilegiata di trasmissione di conoscenza e esperienza. “La formazione teorico pratica dei corsi sarà necessaria, ma non potrà – ha spiegato l’assessore – di per se stessa garantire quel passaggio immediato e operativo sul territorio che invece potrà essere agevolato dalla trasmissione di conoscenza garantita dall’esperienza di colleghi maturi. Inoltre, non riusciremo a coprire comunque alcune attività che rientrano in modo indiretto in compiti di rappresentanza istituzionale ma che sono comunque molto importanti anche per il rafforzamento dello spirito di corpo”. Il richiamo di Zannier è ad un ruolo che veda i forestali protagonisti di un atteggiamento proattivo, con la gestione virtuosa del territorio al centro della finalità del corpo in un quadro in cui le attività di vigilanza, tutela e protezione siano supporto doveroso ma non sufficiente per rivitalizzare il rapporto tra il tessuto sociale ed economico e gli operatori del corpo. “La loro indipendenza è fondamentale, ma occorre anche accompagnare il sistema, soprattutto in territori come quelli montani in cui è ancora più importante una viva presenza delle istituzioni”, ha concluso l’assessore.

Nasce Vinitaly on Tour È Monte Zovo la tappa inaugurale di Vinitaly on Tour, prima edizione dell’evento itinerante organizzato da Vinitaly in collaborazione con Volkswagen Veicoli Commerciali nel ruolo di mobility partner. Si tratta di un’iniziativa pensata per raccontare on the road le aziende vitivinicole e i protagonisti del vino italiano, dalle loro storie ai loro territori. La realtà di proprietà della famiglia Cottini è stata selezionata grazie alla valorizzazione del terroir attraverso vigneti unici, frutto della peculiare interazione tra suolo, clima, posizione geografica e varietà, e all’attenzione alla sostenibilità. “Riteniamo che l’appuntamento inaugurale di Vinitaly on Tour tra i nostri vigneti di Caprino Veronese sia un’occasione importante per raccontare l’attenzione che riserviamo alla sostenibilità e alla biodiversità – afferma Mattia Cottini, direttore marketing di Monte Zovo –. Da sempre imprescindibili per la nostra famiglia, sono questi i valori che non solo ci guidano nella gestione quotidiana delle attività in vigna e in cantina, ma conducono anche verso nuove sfide, per conseguire una crescita sempre più sostenibile, competitiva ed efficiente”. Vinitaly on Tour nasce per scoprire le realtà vitivinicole italiane attraverso un itinerario che si concluderà alla vigilia della 55ma edizione di Vinitaly, in programma a Veronafiere dal 2 al 5 aprile. La puntata dedicata a Monte Zovo si concentra su Calinverno, il vino icona dell’azienda, prodotto nella Tenuta di Caprino Veronese da uve vendemmiate tardivamente nei primi giorni di novembre grazie al particolare microclima dell’anfiteatro morenico di Rivoli, che gode della costante ventilazione delle brezze provenienti dal lago di Garda e dei venti che scendono dalla Valle dell’Adige. Il Rosso Veronese simboleggia l’attenzione della famiglia Cottini per l’ambiente e il territorio e rappresenta il concetto di sostenibilità al centro della filosofia aziendale, che si traduce in diverse azioni concrete come il regime biologico della Tenuta di Caprino Veronese.

Ecco il Santalucia 2021Mercoledì 14 dicembre, in occasione dell’evento benefico tenutosi al ristorante Le Calandre dei fratelli Alajmo, a Sarmeola di Rubano (Padova), l’azienda agricola Maculan e Fondazione Banca degli Occhi del Veneto Onlus hanno presentato Santalucia 2021, il prezioso vino che alla tredicesima edizione dell’iniziativa veste una confezione artistica ornata da un pendente d’argento raffigurante l’Occhio di Santa Lucia. Il simbolo, sinonimo di buona fortuna, è ispirato alla conchiglia originaria delle spiagge di Sardegna e Corsica, che assieme alla bottiglia si trasforma in un dono speciale, a sostegno della ricerca contro le malattie oculari. I 300 esemplari unici e numerati custodiscono un Cabernet Sauvignon nato in località Santo Stefano a Breganze (Vicenza), selezionato accuratamente da un panel di giornalisti, esperti di settore e imprenditori: “Santalucia 2021 abbina lo spirito di solidiaretà alla pregiatezza enologica – ha affermato Fausto Maculan, titolare dell’azienda vitivinicola –. Il vino, dopo un anno di sosta in piccole botti di rovere nuovo, presenta un colore rosso rubino intenso che sorprende con note di piccola frutta rossa e blu amarena, prugna e lampone, ma anche toni speziati che ricordano la vaniglia e il caffè ben tostato. Al sorso si sente un corpo foriero di lunga longevità e un bel rapporto tra dolcezza e tannini nobili presi dalle bucce e dai vinaccioli maturi”. Santalucia 2021 ha origine in un vigneto piantato nel 1985 che si caratterizza per l’altissima densità delle viti allevate a cordone speronato. Solo sei grappoli per esemplare, a un’altezza di appena 30 centimetri da terra, che così disposti raggiungono una maturazione perfetta senza uso di erbicidi. Sull’iniziativa è intervenuto Giuseppe Di Falco, presidente di Fondazione Banca degli Occhi del Veneto: “Ancora una volta ringraziamo la creatività e la passione di Fausto Maculan, delle figlie Angela e Maria Vittoria, e di tutta Cantina Maculan per essere al nostro fianco con un progetto che, negli anni, ha sostenuto la nostra attività di ricerca con oltre 300 mila euro raccolti”. Un aiuto che continuerà con il ricavato di questa edizione: le bottiglie sono disponibili su ordinativo dallo scorso 13 dicembre con una donazione minima di 100 euro. “Il progetto che andremo a finanziare – precisa il Direttore Sanitario della Fondazione, Diego Ponzin – si concentra sullo studio di una tecnica chiamata cheratoplastica additiva per la lotta al cheratocono, una patologia molto invalidante che colpisce i giovani e gli adolescenti deformando la cornea. Il nostro studio mira a fortificare il tessuto corneale del paziente per limitare il ricorso al trapianto”.

Il Chiaretto di Bardolino – Triplo appuntamento per Corvina Manifesto – L’Anteprima del Chiaretto di Bardolino: nel 2023 la tredicesima edizione della grande rassegna del vino rosa del lago di Garda veronese, appuntamento ormai immancabile tra le manifestazioni vinicole nazionali, si moltiplica e si distribuisce su due diverse sedi. Giovedì 2 e venerdì 3 marzo la stampa di settore potrà assaggiare la nuova annata nelle sale dell’Hotel Caesius Thermae e Spa Resort di Bardolino, mentre domenica 5 e lunedì 6 marzo sono in calendario i due giorni dedicati rispettivamente al pubblico e agli operatori di settore, che avranno la possibilità di degustare il Chiaretto di Bardolino e di conoscere i produttori negli spazi della Dogana Veneta di Lazise. In degustazione ci saranno circa 100 vini di 40 produttori. In assaggio anche le edizioni speciali del Chiaretto affinate per uno o due anni prima dell’immissione in commercio. Intanto, c’è soddisfazione in riva al lago di Garda per l’andamento del Chiaretto sul mercato. “L’Italia – spiega Franco Cristoforetti, presidente del Consorzio di tutela – ci sta dando soddisfazioni sempre maggiori. Nel segmento Ho.Re.Ca. italiano nel 2022 il Chiaretto di Bardolino è cresciuto del 10% e non a caso dedicheremo un’intera giornata della prossima Anteprima alla ristorazione e agli altri operatori di settore. Non potevamo lanciare in maniera migliore la nuova fase della Rivoluzione del Chiaretto, iniziata ufficialmente il 12 aprile 2021 con l’approvazione del nuovo disciplinare di produzione, che ha portato al 95% la quota della Corvina Veronese, il nostro grande vitigno autoctono. Ha invece rallentato la grande distribuzione tedesca, che sta pagando seriamente le conseguenze della crisi internazionale. In ogni caso, contiamo di chiudere l’anno con una crescita globale intorno al 5%, anche grazie all’apertura dei nuovi mercati nordamericani e scandinavi”. La stagione decisamente positiva del Chiaretto di Bardolino ha come fiore all’occhiello le parole entusiastiche che Joe Bastianich e Tiziano Gaia gli hanno dedicato nel libro scritto a quattro mani per Mondadori Electa “Il grande racconto del vino italiano”. Scrivono infatti i due autori: “Impossibile lasciare il lago senza aver sorseggiato un Chiaretto (…). In Veneto mancava un grande rosato, ed ecco colmato il vuoto (…). Profuma di lampone, ribes e fragolina di bosco, saltella tra freschezza, succosità e dinamismo, si dona pimpante per aperitivi e una gran quantità di piatti. E non teme lo scorrere del tempo, come dimostrano fortunati assaggi di vecchie bottiglie. L’operazione di marketing, la pink revolution, com’è stata sbandierata, è riuscita nell’impresa di creare il rosato più venduto d’Italia, con 10 milioni di bottiglie annue, insistendo sullo stile pop del vino”.

Il Passito Garda DocUn nuovo vino entra a far parte di Brolo dei Giusti, la linea dedicata alla ristorazione del gruppo Cantine di Verona: è il Passito Garda Doc 2020, che nasce da uve Garganega e Chardonnay provenienti dalle colline moreniche del lago di Garda e selezionate con cura nei migliori vigneti che rientrano nella stessa denominazione Garda Doc. Dopo la raccolta i grappoli appassiscono per poco meno di quattro mesi in plateaux nei fruttai della cantina. La temperatura di fermentazione si attesta tra i 16 e i 18 gradi. Di colore giallo dorato lieve, al naso il Passito Garda Doc rivela note di spezie, frutta secca e sciroppata. Si avverte un lieve sentore terziario di vaniglia e di balsamico, con note di miele, caramello e gocce d’oro. Soffice e morbido al palato, lo connotano un lungo finale di albicocca, equilibrio e corpo dolce, che rallenta la percezione di astringenza. È un vino che si presta ad accompagnare i dessert e i tradizionali dolci natalizi, ottimo in abbinamento con piccola pasticceria secca, crostate di marmellata e dolci a base di pasta di mandorle. “Il Passito Brolo dei Giusti è un prodotto esclusivo che entra a far parte della linea dedicata al canale Ho.Re.Ca. di Cantine di Verona. È stato creato nella Cantina Colli Morenici a Ponti sul Mincio, luogo deputato alla creazione di vini di particolare pregio per le ridotte dimensioni della cantina che consentono di operare meglio con i piccoli volumi – dichiara il direttore generale Luca Degani –. Siamo particolarmente orgogliosi del risultato che abbiamo raggiunto, un prezioso prodotto di eccellenza con cui brindare a momenti speciali”. Brolo dei Giusti è la linea di Cantine di Verona dedicata alla ristorazione, che comprende vini prodotti solo nelle migliori annate. Il neonato Passito va ad arricchire l’offerta della gamma che già comprende un Amarone della Valpolicella Docg e un Valpolicella Superiore Doc e che verrà presto completata con l’espressione della Doc Custoza Superiore. Le bottiglie sono serigrafate, anziché etichettate, per poter rimanere integre nel lungo affinamento che il vino può affrontare. I tappi utilizzati, di nuova concezione, sono ottenuti da materie prime sostenibili, rinnovabili e vegetali, derivanti dalla canna da zucchero, e sono adatti a lunghi periodi di invecchiamento. Consentono la conservazione del vino fino a venticinque anni, affidabilità di imbottigliamento, facilità di apertura e reinserimento. Il Giusto evocato dal nome e rappresentato in etichetta è un omaggio alla figura dell’agricoltore che, alla fine di una giornata di lavoro, siede sulla marogna a contemplare il suo operato, immerso nella geometria delle vigne e nella bellezza della natura fuori e dentro il Brolo. Il Passito Garda Doc Brolo dei Giusti di Cantine di Verona è in vendita al prezzo di 15,50 euro nei wine shop aziendali.

I vini della sostenibilitàTollo Cantina Tollo cresce sempre di più e lo fa nel segno della sostenibilità. Il gruppo teatino ha infatti ottenuto la certificazione Equalitas, standard che definisce i requisiti secondo i tre pilastri della sostenibilità ambientale, sociale ed economica nella filiera del vino. A tal fine Cantina Tollo ha presentato durante l’assemblea dei soci tenutasi domenica 11 dicembre il suo primo bilancio di sostenibilità. Nella stessa occasione è stato reso noto anche l’esercizio di bilancio per l’anno 2021–2022, che conferma il trend di crescita del gruppo. Il fatturato è infatti pari a 47,6 milioni di euro (+11%), dove il mercato estero è cresciuto del 51% rispetto all’anno precedente, con un importante sviluppo del canale trade prettamente nei Paesi dell’est Europa e in Asia. La percentuale di fatturato in Italia è del 64% nella Grande Distribuzione e del 36% nell’Ho.Re.Ca.: il fatturato GDO Italia è rimasto sostanzialmente in linea con l’esercizio precedente mentre l’Ho.Re.Ca. è cresciuto dell’11%. “La sostenibilità – spiega Luciano Gagliardi, presidente del gruppo eletto lo scorso agosto – è da intendersi non come uno stato o una visione immutabile, ma piuttosto come un processo continuo, che richiama la necessità di coniugare le tre dimensioni fondamentali e inscindibili dello sviluppo. Per questa ragione guardiamo al domani, in particolare alle nuove generazioni, garantendo loro un futuro in questo luogo. Come riportato nel bilancio di sostenibilità, ben il 64% dei lavoratori ha meno di 50 anni. La fascia 30-40 anni è inoltre cresciuta grazie ai nuovi ingressi del primo semestre del 2022. Non solo: la produzione biologica, che Cantina Tollo ha iniziato nel 1991, rappresenta oggi il 10% del totale dell’azienda, segno tangibile che per noi la salvaguardia ambientale è un tema fondamentale da tempo”. “L’ottima performance registrata anche quest’anno – continua il direttore generale Andrea Di Fabio – è il risultato della politica di riassetto organizzativo che abbiamo attuato nell’ultimo periodo. Non solo: nel corso dei quattro anni trascorsi, Cantina Tollo ha investito circa 2 milioni di euro annui con l’obiettivo di migliorare la produzione. Abbiamo sostituito impianti ormai obsoleti per la pigiatura e per la lavorazione delle uve, migliorando così sia l’impatto ambientale che quello energetico. Sono state apportate migliorie anche alla linea d’imbottigliamento, aggiungendo ulteriori macchine e dismettendo quelle di vecchia generazione. Infine, stiamo realizzando un nuovo magazzino per lo stoccaggio dei prodotti finiti nelle vicinanze dell’azienda, alimentato da un impianto fotovoltaico”. Cantina Tollo è oggi tra le più importanti e consolidate realtà del settore vitivinicolo italiano. Commercializza 13 milioni di bottiglie all’anno, vanta circa 620 soci e 2.500 ettari coltivati in un territorio da sempre vocato alla produzione vitivinicola. I vigneti di Cantina Tollo si estendono dalle colline del litorale fino alle pendici della Maiella, in un clima tipicamente mediterraneo, contraddistinto da escursioni termiche notevoli. La produzione è concentrata sui vitigni tipici e autoctoni del territorio (Montepulciano, Trebbiano, Pecorino, Passerina e Cococciola), coltivati tradizionalmente a pergola, con una spiccata vocazione alla sperimentazione in campo e in cantina. Le bottiglie Cantina Tollo sono distribuite in tutte le regioni italiane, nella quasi totalità dei Paesi dell’Unione Europea, in particolare Germania, Paesi Bassi, Francia, Danimarca e Regno Unito e, oltreoceano, in Giappone, Stati Uniti e Canada. Cantina Tollo è inoltre presente nei mercati di Russia, India e Cina.

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