di Claudio Fabbro

Dopo un biennio pandemico in cui sia i viticoltori che i loro tecnici hanno dovuto rivedere drasticamente la propria attività, passando dalla presenza al remoto, con eventi ripetutamente annullati causa i ricorrenti Dpcm (vedi Vinitaly Verona, Congresso nazionale eccetera), gli enologi del Friuli Venezia Giulia si sono ritrovati alla Tenuta Molin di Ponte (Strassoldo di Cervignano) per definire i programmi a medio-lungo termine. Come ha ricordato Rodolfo Rizzi, presidente della Sezione Fvg Aeei dal 2007, dopo l’assemblea regionale (con rinnovo delle cariche, Bertiolo 1° aprile prossimo) due eventi importanti, ambedue in quel di Verona, impegneranno gli enologi e cioè il 75° Congresso nazionale (25-27 marzo) ed il Vinitaly (10-13 aprile).

La riunione di Strassoldo.

Rizzi con Cottarella e Calzavara.

RIZZI DA 15 ANNI

«In questi 15 anni – ha ricordato Rizzi – il rinnovamento del Comitato di Sezione Aei-Fvg è avvenuto nel segno della continuità, con un’accelerazione il cui merito va anche riconosciuto all’impegno di giovani di riconosciuta creatività ed entusiasmo oltre a professionalità ed aggiornamento informatico. Diversi sono gli enologi ed enotecnici attivi in seno ad Organizzazioni di categoria, Associazioni ed Enti vari, con reciproco apprezzamento come è stato confermato anche a Sesto al Reghena il 22 gennaio scorso all’Assemblea delle “Città del Vino“ del Friuli Venezia Giulia. Ciliegina sulla torta è stato il successo del Congresso nazionale Aeei a Trieste (luglio 2018) che, come ha confermato il presidente nazionale Riccardo Cotarella al Congresso 2019 di Matera, grazie anche all’impegno dei giovani del Comitato, ha contribuito non poco all’immagine del “Vigneto Friuli”».
L’incontro di Strassoldo è stato anche utile occasione per ricordare i momenti salienti dell’attività di Sezione ed alcuni protagonisti della crescita qualitativa del comparto vitivinicolo.

Aei Fvg, Pittaro, Salvador e Comitato.

E un ricordo dai Vigneti Pittaro.

PIONIERI DEL VIGNETO FVG

La Sezione Friuli Venezia Giulia dell’Associazione Enologi Enotecnici Italiani (Aeei) fu fondata nel 1974, in concomitanza con il Congresso nazionale organizzato proprio ad Udine. Circa una dozzina i soci fondatori che designarono Piero Pittaro alla presidenza e Giuseppe (Franco) Ceschin delegato al Consiglio nazionale. Furono anni pionieristici, di gavetta e di “sdoganamento” in cui si gettarono le basi per contribuire concretamente alla crescita professionale degli, allora pochi, iscritti e cercando, nel contempo, di svolgere un ruolo attivo nella politica vitivinicola regionale allora agli albori. Il primo concreto risultato fu quello di proporre l’enotecnico Orfeo Salvador alla presidenza del Centro Regionale Vitivinicolo (l’emanazione diretta dell’Assessorato all’agricoltura). Mentre a livello locale si tesseva con pazienza una rete di contatti atti a far crescere gli iscritti, allora tutti diplomati alla Scuola enologica di Conegliano, non mancò chi cercò di contribuire allo sviluppo del settore apportando idee allora molto innovative.
Doveroso ricordare l’attivazione delle condotte enologiche da parte di Gaspare Buscemi, il quale dopo sei anni subentrò nella presidenza a Pittaro, nominato delegato al Consiglio nazionale. Nel successivo mandato, dal 1983, la presidenza tornò a Pittaro che si vide anche riconfermare la delega di consigliere nazionale.

L’Istituto Agrario di Cividale.

IL TRIENNIO A CIVIDALE

Furono anni di notevole crescita associativa, anche perché l’Istituto Tecnico Agrario di Cividale aveva nel frattempo iniziato il triennio di specializzazione in viticoltura ed enologia formando i nuovi enotecnici. Lo stimolo dato dai giovani si tradusse in un’accelerazione notevole degli interessi legati al mondo dell’allora Aei; si moltiplicarono i momenti di aggiornamento tecnico con relatori di fama mondiale, ma anche con viaggi all’estero, mentre notevole interesse riscuotevano le degustazioni. Il mondo vitivinicolo regionale prese atto del ruolo e dell’importanza della categoria ed accolse con entusiasmo gli enotecnici che, nel 1985, parteciparono in regione al Congresso nazionale.
Pittaro fu eletto presidente del Centro Regionale Vitivinicolo della Regione Friuli Venezia Giulia, divenne vicepresidente nazionale e, nel 1987, presidente nazionale dell’Associazione; gli subentrò – fino al 1999 – Alvano Moreale. La delega di consigliere nazionale fu riconfermata a Pittaro al quale dal 1993 si affiancò, per un diritto acquisito avendo la sezione raggiunto i 200 soci, Alvano Moreale.

I giovani del Comitato…

… Chiara Peresani…

… e Matteo Lovo.

IL TITOLO DI ENOLOGO

Il titolo di enologo sancito con legge della Stato nel 1991 vide la Sezione Friuli Venezia Giulia particolarmente gratificata, in quanto un così importante traguardo era stato raggiunto sotto la presidenza di un proprio associato. Le stesse istituzioni regionali si resero conto dell’importanza e del ruolo d’Assoenologi tanto da prevederne l’inserimento nel consiglio di amministrazione dell’Ersa (Alvano Moreale ed in seguito Gianni Bignucolo, Stefano Trinco ed Adriano Teston).

Rizzi con le Città del Vino oggi e ieri.

PITTARO LEADER MONDIALE

Nel 1996 Pittaro per un triennio divenne presidente dell’Union Internationale des Oenologues, carica prestigiosa che di riflesso portò lustro al Friuli Venezia Giulia intero.
Nel 1999 Stefano Trinco subentrò a Moreale alla presidenza del Comitato di sezione; nel 2004 sostanziale riconferma del precedente a conferma del buon lavoro svolto. Trinco passò poi il testimone ad Adriano Teston e questi, nel 2007, a Rodolfo Rizzi il quale rappresenta il Fvg con il collega Daniele Calzavara anche nel Consiglio nazionale.
Attualmente i quasi 300 iscritti sono ripartiti in ruoli che spaziano da titolare d’azienda, dirigente, quadri e tecnici. Il rapporto tra produzione vino e tecnici operanti in cantina è di circa 5000 ettolitri, un dato di tutto rispetto.

Vigneti tra collina e pianura.

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In copertina, Rodolfo Rizzi e Piero Pittaro, dal 1974 al 2022, l’enologia Fvg nel segno della continuità.

(Foto archivio Claudio Fabbro)

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