di Claudio Soranzo

TRIESTE – Si legge sull’etichetta Pinot nero, ma al Castello di Spessa si pronuncia Casanova. Sì, perché è stato proprio il libertino veneziano del 1700 a compiacersi alla grande del Pinot nero offertogli dal padrone del maniero friulano di quell’epoca, che piacque tantissimo al suo ospite illustre. Al punto che, dalla vendemmia successiva, gli fu attribuito – in suo onore – il nome di Casanova. Tanto che nella kermesse dedicata esclusivamente a tale vino, svoltasi domenica, nella Sala Tergeste del Grand hotel Savoia Excelsior Palace Trieste, le bottiglie del vino Doc Collio Casanova sono state tra le più gettonate. Cremoso, strutturato, persistente e di lunga vita, il Pinot nero delle colline di Spessa è stato assaggiato e degustato da una miriade di Wine lover, accorsi al piano terra dell’hotel di Riva del Mandracchio a farsi una cultura sulle varie tipicità del vitigno francese, che nei secoli ha trovato nel nostro territorio la sua seconda casa.


A organizzare l’evento l’Ais Fvg, l’associazione dei sommelier della nostra regione, che è riuscita a mettere assieme ben 39 produttori non solo del Friuli Venezia Giulia, ma anche di Slovenia e Croazia, che con la loro offerta del pregiato vino hanno soddisfatto le aspettative non solo degli intenditori più preparati, ma anche di semplici avventori che hanno trovato molto piacevole trascorrere un pomeriggio all’insegna del buon bere genuino. A spezzare i molteplici assaggi (ogni produttore ha portato diverse annate, da confrontare) ci ha pensato il salumiere della Baita Salez, che affettava i suoi prodotti a Km zero, denominati “l’insolito maiale”. Fettine di lardo, di salame e di pancetta e lonza affumicate, abbinate a pezzettini di pane hanno permesso agli ospiti di non trovarsi a disagio durante il rientro a casa, in caso di palloncino.
Tra i vari produttori presenti, in evidenza gli aderenti alla Rete d’impresa Pinot Nero Fvg, singoli vignaioli che si sono messi assieme in nome del pregiato vino per valorizzare l’autenticità del Friuli Venezia Giulia e dei suoi ineguagliabili vini. Le sette sorelle, le cantine aderenti alla rete, contano complessivamente 28 ettari di vigneto a Pinot nero, su circa 150 complessivi, dai quali ricavano ogni anno 150 mila bottiglie, sempre in leggera crescita rispetto agli anni precedenti. Tutte le cantine socie, che hanno maturato esperienze decennali e ventennali, hanno portato complessivamente 12 diverse tipologie di Pinot nero. Un progetto molto serio, il loro, in quanto capace di unire visioni diverse, per accrescere sempre di più la notorietà di tale tipo di vino. Queste le cantine aderenti: Antico Borgo dei Colli di Prepotto , località Novacuzzo; Antonutti Vini di Colloredo di Prato; Castello di Spessa di Capriva; Gori Agricola di Nimis; Jermann di Ruttars di Dolegna e Villanova di Farra; Masut da Rive di Mariano del Friuli e Russolo di San Quirino.


A completare il lotto di partecipanti abbiamo trovato i banchi mescita di Amandum di Moraro, Bajta di Sgonico, Burja Estate di Podnanos, Cantina di Cormons, Castello Sant’Anna di Cividale, Conte d’Attimis Maniago di Buttrio, Degrassi di Salvore, Feudi di Romans, Fiegl di Oslavia, Guerra Albano e Dario di Montina, Humar di Valerisce, Kabaj di Dobrovo, Kante Edi di Prepotto, Komianc di Giasbana, Marjan Simcic di Dobrovo, Murva di Moraro, Vigneti Pittaro di Codroipo, Pizzulin Denis di Prepotto, Rodaro di Spessa, Ronco Margherita di Pinzano, Rencel Wine di Duttoglie, Ronc Soreli di Novacuzzo, Tacoli Asquini di Bicinicco, Tenuta Bosco Albano di Pasiano, Tenuta Luisa di Mariano, Tenuta Stella di Dolegna, Tilia Estate della Valle del Vipacco (Aidussina), la Tunella di Premariacco, Villa Parens di Farra, Vina Bencina di Vipava e Zorzettig Annalisa di Spessa di Cividale.
Molto apprezzati anche i Pinot nero vinificati in bianco con le bollicine, e quelli non in purezza, soprattutto del Carso, con l’aggiunta di una piccola percentuale di Terrano. In precedenza alla degustazione, che si è protratta fino alle 21, un numero consistente di vignaioli si sono ritrovati in Sala Imperatore per un convegno moderato da Roberto Filipaz, vicepresidente dell’Associazione Italiana Sommelier del Friuli Venezia Giulia.

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In copertina e all’interno alcune immagini della degustazione di domenica a Trieste.

 

 

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