(g.l.) Quello che ormai si sta rapidamente avviando alla conclusione sarà sicuramente ricordato come un anno importante per la Cantina Produttori di Ramuscello e San Vito, balzata agli onori della cronaca anche per aver messo sul mercato il primo “vino vegano” del Vigneto Fvg. Inoltre, i livelli produttivi sono in crescita e anche il fatturato vola, segnando un’ottima ripartenza dal dannoso, inevitabile rallentamento dei due anni pandemici. Una situazione, dunque, più che buona e che farà trascorrere in serenità la pausa natalizia e delle feste di fine anno agli amministratori, allo staff tecnico che tiene in mano le redini della cooperativa, a cominciare dal direttore Rodolfo Rizzi, e ai soci viticoltori, concentrati soprattutto nei territori di Sesto al Reghena e di San Vito al Tagliamento, il Comune che ha la più alta incidenza viticola di tutto il Friuli Venezia Giulia. E la Cantina comincerà a concedersi un primo, meritato riposo – dopo il grosso lavoro della vendemmia (la sessantesima!) e dei primi mesi di particolare impegno richiesto dai nuovi vini – già da venerdì 9 dicembre, osservando quindi il “ponte” dell’Immacolata che ricorre domani. Il presidente Gianluca Trevisan ha, infatti, informato che dopodomani gli uffici e la Cantina rimarranno chiusi, mentre il punto vendita rispetterà i normali orari.

Gianluca Trevisan


Recentemente avevamo rilevato, proprio riguardo all’accresciuto livello produttivo, che la Cantina ramuscellese si è dotata di un ulteriore ampliamento della capacità di lavorazione e stoccaggio, pari a 20 mila ettolitri, aggiungendo così un nuovo tassello al progetto di sviluppo della cooperativa. «Nell’ultimo esercizio, chiuso il 31 luglio scorso aveva allora riferito Trevisan – abbiamo incrementato il fatturato con una crescita di oltre il 30 per cento prevedendo, per la prossima vendemmia un ulteriore incremento, sia nei conferimenti di uva che nel numero di soci. Questo ci impegna ad ulteriori investimenti con un considerevole aumento della capacità di stoccaggio, un potenziamento delle attrezzature per la vinificazione, l’incremento dell’autoproduzione energetica passando da 60 a 280 kWh e la costruzione di un moderno impianto di depurazione con il recupero totale dell’acqua di scarico per utilizzarla, sia nel lavaggio degli atomizzatori che delle macchine vendemmiatrici dei nostri associati».

Rodolfo Rizzi


«Con un’ottima qualità dell’uva raccolta, quasi esclusivamente a Doc e a Igt – gli aveva fatto eco l’enologo Rizzi –, durante la vendemmia 2022 abbiamo gestito 130 mila quintali di uva conferita (+25 per cento rispetto al 2021) dai nostri 159 soci che conducono circa 800 ettari di vigneti. Un lavoro reso possibile grazie al nostro staff tecnico, formato da agronomi ed enologi, che hanno seguito i soci durante tutte le fasi di coltivazione della vite, affrontando le criticità derivate dalla siccità (ma ben gestita grazie ai tanti impianti di irrigazione sotto chioma a disposizione delle aziende) e riducendo notevolmente gli interventi fitosanitari sui vigneti garantendo così un minor impatto ambientale». Rodolfo Rizzi aveva ricordato che nei conferimenti sono cresciute le varietà Glera (per Prosecco) e Pinot grigio, specializzando così la cooperativa nella produzione di vini ad alta qualità richiesti dai partner commerciali. «D’altro canto – aveva concluso il direttore -, fedeli alla nostra missione di attenzione alla sostenibilità, abbiamo avviato un’importante collaborazione con l’Università di Udine, finalizzata allo studio e ricerca sulla Flavescenza dorata, fitoplasma della vite che ultimamente sta creando alcuni problemi alla viticoltura regionale e non solo». Un anno insomma da incorniciare, il 2022, e che pone ottime premesse affinché anche il prossimo sia tale. Tanti auguri!

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In copertina, una panoramica sulla Cantina Produttori di Ramuscello e San Vito.

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