«Per rendere sostenibile qualsiasi attività, è opportuno che le imprese riescano a trovare la giusta collocazione del proprio prodotto nel mercato di riferimento. In questo senso, svolgere attività di sensibilizzazione per far capire quali sono i vantaggi derivanti dalla scelta di prodotti biologici contribuisce ad allargare questa fetta di mercato. Si crea così un percorso virtuoso, dal momento che dalla crescita della domanda scaturisce la necessità di aumentare di pari passo anche l’offerta». È la considerazione che l’assessore alle Risorse agroalimentari, Stefano Zannier, ha condiviso a Udine nel corso del convegno “Agricoltura biologica, dalle politiche europee alla concreta implementazione in Friuli Venezia Giulia”, appuntamento conclusivo del progetto di divulgazione “Voglia di Bio” che gode del sostegno dell’Ente regionale per lo sviluppo rurale. L’iniziativa si è articolata, in questi mesi, in una serie di incontri formativi dedicati alle aziende interessate ad adattare la propria attività ai canoni del biologico e agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado.

L’intervento dell’assessore Zannier.

L’analisi di Zannier ha toccato l’aspetto della sostenibilità all’interno del sistema agricolo. «Una complessità di elementi – ha precisato l’assessore – che, in tutte le forme di agricoltura realizzate nel territorio regionale, nazionale ed europeo, deve trovare una forma di sostenibilità complessiva. È un bene che ci siano indirizzi d’intervento precisi a livello comunitario, ma in presenza di limitazioni troppo stringenti si corre il rischio di complicare i diversi percorsi attuativi».
L’esponente della Giunta Fedriga si è successivamente soffermato sui cambiamenti sociali avvenuti negli ultimi decenni che hanno convolto il mondo dell’agricoltura. «Fino a trent’anni fa – ha osservato Zannier -, quando l’agricoltura era maggiormente diffusa tra le famiglie, la percezione su quali fossero le modalità più corrette di fare agricoltura era più alta. Ora invece assistiamo a una costante diminuzione della popolazione nelle aree rurali e a una trasformazione dell’attività in una direzione sempre più imprenditoriale. Fortunatamente, negli ultimi vent’anni, sono state emanate normative che hanno impedito pericolose derive di insostenibilità, specialmente ambientale: un modello che vede una propensione imprenditoriale alla sostenibilità sempre più trasversale tra le varie tipologie di conduzione agricola. È importante che questa mentalità si stia finalmente radicando».

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