di Giuseppe Longo
Era il 1891 quando Arturo Marescalchi e Antonio Carpenè dettero vita alla Società degli Enotecnici Italiani, oggi Assoenologi. Quindi ben 130 anni di storia, appena conclusi, per i tecnici della vite e del vino, che ora verranno celebrati, con la dovuta solennità, nell’ambito del 75° Congresso nazionale al via proprio oggi, 25 marzo, alla Fiera di Verona, quindi pochi giorni prima dell’attesissimo Vinitaly della ripartenza. Un Congresso «già destinato a diventare storia», come sottolinea “L’Enologo” – dapprima “L’Enotecnico”, nato poco dopo la stessa associazione -, la più antica pubblicazione, al mondo, del settore vitivinicolo. Ma perché? È presto detto: si tratta infatti del primo Congresso che avviene in presenza, ora che finalmente la pandemia pare allenti la presa sulle nostre vite, sebbene anche il settore primario, e quindi la vitivinicoltura, debbano ora fare i conti con altri problemi, legati soprattutto alla folle corsa ai rincari delle materie prime ed energetiche, oggi acuiti dall’altrettanto folle guerra in Ucraina: problemi che penalizzeranno ulteriormente il settore del vino, che già aveva patito le conseguenze dell’emergenza sanitaria, soprattutto sulla ristorazione. L’ultimo Congresso “vero” era stato quello tra i “sassi” di Matera, terra di Lucania, che aveva seguito quello, indimenticabile, di Trieste dell’anno precedente, organizzato dalla sezione Fvg di Assoenologi, guidata da Rodolfo Rizzi, giunto ora alla fine del suo mandato. L’assemblea, come è noto, è stata convocata per venerdì 1 aprile alla Cabert di Bertiolo – paese dove ora è in corso la prima Festa del vino del Friuli Venezia Giulia -, per dare il via appunto al rinnovo delle cariche.
Il Congresso nazionale si aprirà dunque questo pomeriggio, alle 17.45, con il saluto e la relazione introduttiva del presidente Riccardo Cotarella. Subito dopo il primo appuntamento di spessore. Condotta da Bruno Vespa, ci sarà infatti una tavola rotonda sul tema Tutela e valorizzazione del patrimonio vitivinicolo italiano, con la partecipazione del ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta, del sottosegretario del Mipaaf Gian Marco Centinaio (già titolare delle Politiche agricole) e di Luca Zaia, presidente della Regione Veneto. Al termine, dopo la consegna di attestati ai soci “ad honorem”, seguirà la cerimonia dei Premi Assoenologi: Personaggio dell’anno, Comunicazione e Ricerca scientifica.
Ma si annunciano molto importanti e di grande interesse anche le giornate di sabato e di domenica, nelle quali si svilupperà l’evento congressuale. Così, domani, alle 9.30, si parlerà di Tendenze del marketing e del mercato del vino, mentre alle 12 ci sarà un incontro con il ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli sul tema Il vino al centro della ripresa economica: ecco, allora, il punto sui problemi di cui si faceva cenno nelle premesse. Quindi alle 14.30 spazio ai festeggiamenti: I 130 anni di Assoenologi e i 30 anni della legge 129 sul titolo di enologo (perché prima si parlava, appunto, di “enotecnico”). Con il direttore generale Paolo Brogioni, prenderà infatti il via una tavola rotonda condotta da Federico Quaranta, con i protagonisti degli ultimi decenni: Narciso Zanchetta, Ezio Rivella, Mario Consorte, Giancarlo Prevarin, lo stesso Riccardo Cotarella, e il friulano Pietro Pittaro, che a fine anni Novanta fu anche presidente mondiale della categoria. Poi alle 16 si parlerà di Sostenibilità in vigneto e in cantina. Domenica, alle 9, ci sarà infine il Viaggio nell’Italia enoica, con la degustazione guidata di 15 “perle” dei nostri territori. Quindi, chiusura dell’importante appuntamento con la vitivinicoltura italiana, destinato a entrare nella “storia” di Assoenologi.
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In copertina e qui sopra il logo del 75° Congresso nazionale di Verona; all’interno, il consiglio nazionale riunitosi a Milano (a destra, in primo piano, i delegati Fvg Rodolfo Rizzi e Daniele Calzavara).
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