di Giuseppe Longo

Ci risiamo, purtroppo! La grande gelata che aveva colpito il Friuli Venezia Giulia il 21 aprile 2017 sembrava ormai così lontana da apparire soltanto come un un brutto ricordo, di quelli che si preferisce rimuovere. Invece, il brusco e vistosissimo calo delle temperature di questi giorni, dopo un esordio di primavera davvero esagerato a oltre venti gradi, ci ha fatto nuovamente precipitare in quella drammatica situazione atmosferica che per le colture è davvero devastante.
Per la prossima notte e seguente mattina Osmer Fvg prevede un rialzo delle temperature, con un minimo in pianura di 0 gradi. Ma gli anche -4 registrati nelle ultime due giornate – come emergeva anche dalle cronache di stamane – hanno davvero assestato una mazzata alle colture frutticole in fiore (dove i terreni non sono protetti dagli impianti di irrigazione antibrina) e a quelle orticole, oltre che alle varietà più precoci dei vigneti soprattutto della Bassa, nei quali il germogliamento delle gemme è già in atto.
Insomma, se da un lato la partenza anticipata della primavera ci può riempire di gioia perché ci fa dimenticare l’inverno, dall’altro nasconde appunto la temutissima insidia del gelo tardivo, come era accaduto anche nel 2020, però alla fine di marzo. Ed è quello che si è puntualmente verificato pure quest’anno e non solo in Friuli, ma anche in altre regioni a cominciare da quelle a noi più vicine. E appena passata questa ondata di maltempo – perché di questo si tratta, anche se splende un sole bellissimo – comincerà la triste conta dei danni, che si rifletteranno con pesanti conseguenze sui nuovi raccolti.

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In copertina, i gravi danni causati dalla brina sui germogli della vite.

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