di Giuseppe Longo

Nonostante i disastri causati dall’emergenza sanitaria, fatturato e utile da record per il Consorzio agrario del Friuli Venezia Giulia: affari a gonfie vele, insomma, anche nell’anno del Coronavirus. E ora l’importante cooperativa accarezza l’idea di costruire una nuova strategia, economica e produttiva, decidendo di approfondire le opportunità di ulteriore crescita offerte dal progetto nazionale Cai che, come è noto, nei mesi scorsi aveva registrato posizioni molto differenziate all’interno della stessa compagine amministrativa, guidata dalla fine del 2020 da Gino Vendrame. Per il quale, «valutare il progetto nazionale non significa disperdere quanto fatto fin qui, ma cercare di migliorarlo cogliendo un’opportunità, guardando a un orizzonte più ampio». Indicazioni che sono emerse l’altra mattina, a Orgnano di Basiliano, quando l’assemblea – riunita in presenza, pur con le ormai immancabili mascherine – ha dato il via libera al bilancio. I soci hanno infatti licenziato il documento contabile appunto con un risultato record, ben 1,5 milioni di utile realizzato nell’anno della pandemia, e ha contestualmente dato avvio proprio allo studio di fattibilità relativo all’adesione ai Consorzi agrari d’Italia.

Il presidente Gino Vendrame.

Il bilancio ha chiuso con un valore della produzione pari a 122 milioni di euro (+3 milioni rispetto al 2019) per un utile, come detto, di ben 1,5 milioni che porta il patrimonio netto della cooperativa a oltre 23,6 milioni. Aumenta il fatturato, ma aumenta soprattutto l’utile, mai così alto a memoria dei soci. Il Consorzio ne riunisce complessivamente 2.200, dà lavoro a 240 dipendenti, tra la sede basilianese e le 38 distribuite sul territorio regionale. Numeri importanti che ne confermano la leadership indiscussa nell’ambito dell’agricoltura friulana. Un ruolo conquistato sul campo, come ha ricordato il direttore generale Elsa Bigai, che con questo adempimento ha concluso il suo impegno nella cooperativa, in particolare per quanto attiene ai risultati 2020: «Nulla viene per caso. Non è infatti solo l’utile ad avere portata storica, migliorano anche la posizione finanziaria netta, l’indebitamento, i crediti e le rimanenze solo per citare alcuni altri indicatori contenuti nel bilancio che non potranno sfuggire a quanti vorranno prendere attentamene in esame i numeri, frutto di una gestione sempre attenta, che certifica le fatiche compiute da tante persone nel corso degli anni». E poi ha aggiunto: «In questo bilancio raccogliamo anche i risultati di alcune scelte importanti, compiute nel recente passato, come la collaborazione con il Consorzio agrario di Treviso e Belluno, e dell’impegno che tutto il personale, al quale va il mio più sentito ringraziamento, e la base sociale hanno profuso in un anno difficilissimo, segnato dalla pandemia e da molte altre tensioni», ha concluso con orgoglio la dirigente annunciando stamattina il suo addio ai Consorzi agrari. Quello di venerdì è stato, infatti, il suo ultimo giorno di lavoro a Orgnano e del suo impegno pluridecennale a servizio del mondo agricolo friulano.

Elsa Bigai, direttore uscente.

Come si diceva, a ruota del documento economico-finanziario, l’assemblea ha votato a favore dell’avvio delle procedure di valutazione per l’adesione al progetto nazionale Cai che è stato illustrato ai soci dallo stesso presidente Vendrame. «Il patrimonio del nostro Consorzio – ha detto – è di tutto rispetto, come dimostrano i numeri del bilancio, ma l’importanza di questa realtà va al di là del risultati economici, sta in particolare nel ruolo di riferimento che riveste su questo territorio. Valutare il progetto nazionale – ha aggiunto – non significa disperdere quanto fatto fin qui, ma cercare di migliorarlo cogliendo un’opportunità, guardando a un’orizzonte più ampio, fermo restando l’obiettivo di garantire i migliori e più competitivi servizi alle imprese e alle persone».

Passando, infine, ad alcuni dettagli, va rilevato che, dal punto di vista meteorologico, il 2020 è stato un anno caratterizzato da meno anomalie rispetto all’anno precedente, il che ha aiutato la campagna primaverile ma soprattutto la fase autunnale della raccolta dei cereali. I prezzi internazionali sono risultati in forte riduzione per molti mezzi tecnici, vedasi i prodotti petroliferi, condizionando al ribasso il fatturato, ma ci sono stati viceversa degli aumenti sul valore di mercato di diverse materie prime. L’incremento più brillante si è registrato nei settori della meccanizzazione e degli ammassi, senza dimenticare il garden. Nel settore del giardinaggio, infatti, specie nei mesi del lockdown, si è assistito a un un vero e proprio boom, con incrementi a doppia cifra. Un’ottima salute, insomma, per il Consorzio agrario del Friuli Venezia Giulia che ora si appresta a voltare pagina. A oltre un secolo dalla sua nascita, è infatti seriamente motivato a scriverne una tutta nuova, cogliendo le opportunità appunto offerte dalla rete nazionale. E per fare questo assumerà tutte le informazioni necessarie per compiere razionalmente e serenamente un passo strategico, ma anche storico.

Due immagini dell’assemblea.

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In copertina, il momento dei lavori al terreno e delle semine. Anche per il futuro del Consorzio agrario Fvg.

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