di Gi Elle

Se Rauscedo oggi è leader mondiale per la produzione di barbatelle, merito è soprattutto della cooperazione che ha saputo mettere insieme le varie energie del paese in riva al Tagliamento, con uno spirito di intesa e solidarietà che ha mirato prioritariamente alla crescita della comunità rispetto a quella dell’individuo, all’insegna del detto, sempre valido, che “l’unione fa la forza”. La cooperazione, quindi, come chiave del successo nella produzione delle “viti bambine”, ma non solo, tanto che San Giorgio della Richinvelda vanta il titolo, non da poco, di “Comune delle Cooperative”. Dove organizzare, allora, se non nel paese dei vivaisti viticoli l’assemblea generale di Confcooperative Pordenone, principale associazione di rappresentanza delle cooperative nella Destra Tagliamento, la prima a tenersi in Friuli occidentale dopo il lockdown tra quelle dei più importanti enti economici: programmata inizialmente per fine febbraio e poi posticipata a causa dell’emergenza Coronavirus, si terrà rispettando le misure di sicurezza sanitaria proprio oggi, 1 luglio, alle 15, nella sede dei Vivai Cooperativi Rauscedo. L’appuntamento, intitolato “Costruttori di bene comune per lo sviluppo delle comunità”, concluderà il mandato quadriennale e ne aprirà uno nuovo, visto che sono previste anche le elezioni per il rinnovo del presidente e del consiglio.

Luigi Piccoli

I lavori avranno al centro la relazione del presidente uscente Luigi Piccoli, sul cui possibile secondo mandato si è registrata in questi giorni l’adesione delle cooperative, riunitesi nelle assemblee di settore, tra cui anche quelle agricoltura e pesca. Conoscenza, intersettorialità donne e giovani, solidarietà e mutualità, competenza e coesione: ecco le direttrici sviluppate negli ultimi quattro anni e che saranno alla base per l’azione futura post Covid-19 . In questo quadriennio il mondo di Confcooperative Pordenone (che è uno tra i più attivi a livello cooperativo regionale) ha dimostrato una decisa propensione anticiclica: in tempi di crisi economica e occupazionale, ha aumentato i fatturati del +34% e quasi raddoppiato gli addetti. Numeri che ora andranno confrontati con la situazione determinata nel 2020 dal Covid-19, con cooperative che hanno dovuto affrontare importanti cali di fatturato (come quelle del settore cultura e spettacolo) e altre che sono state chiamate in prima linea a rispondere alle esigenze della popolazione costretta nelle proprie abitazioni (come la filiera agricola e quella del consumo). Nell’occasione, Piccoli ringrazierà per il lavoro svolto assieme il consiglio uscente con i vicepresidenti Maurizio Tantin, Fabio Dubolino e Giorgio Giacomello. Inoltre, sarà ricordato Riccardo Fioretti, revisore dei conti dell’ente nonché storico direttore, recentemente scomparso.

Una manifestazione a Rauscedo.

Le 151 cooperative con oltre 50 mila soci associate a Confcooperative Pordenone sono una vera e propria “locomotiva”, economica e sociale, non solo del Friuli occidentale ma dell’intero Friuli Venezia Giulia: basta infatti pensare che con oltre 500 milioni di euro di fatturato, rappresentano più del 50% del valore della produzione complessiva delle cooperative associate a Confcooperative a livello regionale. Una serie di realtà che dà occupazione anche in anni di crisi economica, tanto da aumentare gli occupati (tra soci lavoratori e dipendenti) dalle 4.550 unità del 2013 alle oltre 8 mila attuali. Tra i positivi esempi di questa capacità di generare occupazione, quello del Servizio civile attraverso il Consorzio di cooperative sociali Leonardo, che negli ultimi dieci anni ha coinvolto oltre un centinaio di giovani nelle cooperative che si occupano di disabili, con una ventina di loro che poi sono anche stati assunti. Per quanto riguarda i fatturati in totale in questi ultimi anni si è assistito a una variazione per le cooperative del +34%, sviluppo che è stato riversato sulla società e sulle comunità.
Per quanto riguarda il settore primario, fa parte della “grande famiglia” della cooperazione in Destra Tagliamento anche Fedagripesca. Sono 43, infatti, le società del settore agricolo e della pesca aderenti a Confcooperative Pordenone, per un totale di 5 mila 541 soci e un capitale sociale di oltre 17 milioni di euro. Il tasso di mutualità è di oltre il 78% e danno lavoro a 2.700 persone. Il loro fatturato è di oltre 391 milioni di euro. Per il sostegno delle attività economiche sono due le banche di credito cooperativo aderenti a Confcooperative Pordenone (Bcc Pordenonese e Monsile, Friulovest Banca), per un totale (al 31 dicembre 2018) di oltre 20 mila soci e 350 dipendenti. Ammontano invece a 4,5 milioni di euro la raccolta e gli impieghi delle due banche operative sul territorio.

Pietro D’Andrea fondatore dei Vcr.

L’Unione friulana delle Cooperative e mutue della Destra Tagliamento, ovvero Confcooperative Pordenone, nacque il 15 settembre 1951. La data non è un errore: nacque addirittura prima della Provincia pordenonese, che sorgerà solamente nel 1968. Ciò fu reso possibile dal fatto che questo territorio già da fine Ottocento aveva dato vita a diverse esperienze cooperativistiche, prima nel credito con le casse rurali e poi in ambito agricolo e del consumo. Una presenza talmente forte che in quel 1951 si ottenne addirittura una deroga ai regolamenti nazionali di Confcooperative, la quale prevedeva unioni territoriali solamente in corrispondenza dei territori provinciali. Sfogliando i libri di storia emergono altri passaggi epocali. La prima cooperativa, una latteria, sorse a Maniago nel 1882, zona dove poi sorsero realtà legate ai coltellinai. E poi il credito cooperativo, anche grazie a figure carismatiche come Leone Wollemborg e monsignor Giuseppe Lozer. Infine, ancora prima della nascita dell’Unione provinciale, da segnalare come nel 1949, anno di costituzione dell’Associazione Cooperative Friulane a Udine, la cooperazione pordenonese aveva già un suo ufficio distaccato, retto da Orlando Fioretti.

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In copertina e qui sopra un impianto a Rauscedo in cui si fanno crescere le barbatelle, le “viti bambine”.

 

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