di Giuseppe Longo

Valeriano si raccoglierà questo pomeriggio, assieme a tanti altri estimatori dei paesi vicini e del Friuli, per dare l’ultimo saluto a Emilio Bulfon, spentosi a 86 anni, grande viticoltore che ha onorato il paese in riva al Tagliamento, nel Comune di Pinzano, ma anche l’intero Vigneto Fvg per essere stato un appassionato e competente protagonista nella salvaguardia e nel rilancio dei vecchi vitigni autoctoni, come Ucelut, Piculit neri, Forgiarin, Sciaglin (diventato anche un brut millesimato), Cjanorie, Cividin, solo per citare quelli più conosciuti e significativi. Un impegno che era stato riconosciuto, ancora parecchi anni fa, a livello nazionale, tanto che a Bulfon era stato attribuita la prestigiosa Medaglia di Cangrande che il Vinitaly di Verona assegna ogni anno a un benemerito, di ogni regione, della vitivinicoltura italiana.

Emilio Bulfon con i suoi “gioielli”…

La sua cantina-modello ha infatti saputo distinguersi operando in questo angolo del Friuli occidentale – le colline spilimberghesi – dove fin dagli anni Sessanta l’appassionato vignaiolo si è messo al lavoro per salvare da sicura estinzione vitigni preziosi, ma che erano sconosciuti all’Albo nazionale delle varietà e nello stesso Friuli. Un po’ come era avvenuto a Prepotto con il recupero, il rilancio e la valorizzazione dello Schioppettino che oggi è il vanto di quella comunità di confine. E questi suoi vini, non rientrando in nessuna Doc o Docg della nostra regione, hanno beneficiato del marchio Igp, cioè l’Indicazione geografica protetta.
“Piccolo è bello” può essere, dunque, sintetizzato il motto che ha contraddistinto il lungo lavoro di Emilio Bulfon, il quale aveva intuito l’importanza di salvare quanto tramandato nel patrimonio genetico della viticoltura regionale, proponendo sul mercato vini di grande qualità e interesse, che si distanziano dalle solite varietà che comunque hanno fatto grande e rinomata la viticoltura friulana, ma che, pur essendo di nicchia, esprimono il carattere di questa terra speciale che ha saputo porsi all’attenzione del mondo grazie a viticoltori intraprendenti e capaci, come Piero Pittaro e Marco Felluga che ci hanno lasciato nelle scorse settimane. Sotto un’altra angolatura, Bulfon ha contribuito con loro a scrivere, o meglio a riscrivere, la storia del Vigneto Fvg che ora gli deve riconoscenza per quanto ha saputo fare in sessant’anni di impegno, con tenacia, sacrificio e lungimiranza. I suoi vini, presentati con la bellissima etichetta che ripropone un prezioso affresco esistente proprio a Valeriano nella chiesetta di Santa Maria dei Battuti, continueranno a ricordarlo e a indicarlo come esempio. Mi piace immaginarlo seduto al tavolo di quell’Ultima cena brindare proprio con un delicato e gioioso Piculit neri!

… e la sua curatissima cantina di Valeriano.

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In copertina, Emilio Bulfon durante una degustazione dei suoi preziosi vini.

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