Forte dissenso dalla delegazione di Confagricoltura riunita a Strasburgo fuori dal Parlamento Europeo, a margine del voto in sessione plenaria che ha confermato la decisione del trilogo riducendo le soglie per l’applicazione dell’Aia (Autorizzazione Integrata Ambientale) per le imprese suinicole e avicole. Finora erano soggetti all’Aia solo due tipi di allevamento: quelli di pollame con potenzialità produttiva massima superiore a 40 mila posti e quelli di suini con potenzialità produttiva massima superiore a 2 mila posti da produzione (di oltre 30 kg) o 750 posti scrofe. Quando entrerà in vigore la Direttiva appena approvata, le soglie per essere obbligati a richiedere l’Aia verranno abbassate a circa 1.170 posti stalla per i suini, a esempio.

David Pontello


«L’esito finale è fortemente negativo per le nostre aziende – commenta il suinicoltore David Pontello, responsabile della Sezione zootecnica di Confagricoltura Fvg -. La misura nasceva con l’intento di prevenire e ridurre le emissioni del settore industriale e di quello agricolo a cui è stata estesa con un alquanto inappropriato paragone. Obiettivo che questa Direttiva, per come è stata pensata, non potrà raggiungere. Il risultato è un ulteriore carico burocratico per le nostre imprese agricole le quali, invece, chiedono da tempo uno snellimento degli impegni amministrativi che frenano la produttività. Con queste modalità si ostacola la competitività e la capacità d’impresa dei nostri allevatori, aumentando i costi di produzione e “premiando” i produttori dei Paesi terzi, senza benefici per la tutela ambientale. Ora confidiamo in una valutazione più attenta ed equilibrata da parte del Consiglio Ue, che dovrà dare il via libera definitivo al testo».

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In copertina, allevamento di suini in una foto di Marco Mezzadri.

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