di Gi Elle

Si chiama “Harvest 2020” il progetto con cui si vuole indagare sul rapporto persona – mondo del vino in Friuli Venezia Giulia e in particolare ad Aquileia, vocata alla coltivazione della vite fin dalla sua età romana, quando la città, una delle maggiori dell’Impero, con il suo porto fluviale era un attivissimo crocevia di traffici commerciali nei quali il vino aveva una parte molto importante. E alla presentazione del progetto ha partecipato anche l’assessore regionale alla Cultura, Tiziana Gibelli, che ha messo l’accento sul valore dell’iniziativa.

“Harvest 2020” è infatti un’esperienza filmica e in web che punta a valorizzare la ricchezza dei luoghi, anche del Friuli Venezia Giulia, partendo proprio da Aquileia e focalizzando il rapporto tra il vino e l’essere umano. Un rapporto importante che secondo l’esponente della Giunta Fedriga può divenire occasione di promozione anche culturale del nostro articolato territorio, ricco di attrattive e di peculiarità. “Il rapporto tra il vino e la gente – ha sottolineato, come si riferisce in una nota Arc – fa parte della nostra storia e della nostra cultura: gli antichi Romani sono arrivati anche nelle nostre terre e, come in altre che intendevano colonizzare, vi hanno impiantato le barbatelle della vite e le piante di ulivo, ricchezze che oggi abbiamo saputo valorizzare. Ne è una conferma il riconoscimento di quello che è l’immenso patrimonio culturale materiale e immateriale, cioè il tramandarsi di saperi antichi dell’enogastronomia del Friuli Venezia Giulia, che evidenzia non solo il retaggio di tradizioni, conoscenza, saperi, pazienza, ma anche di amore per un territorio e la sua terra”.

Il Foro romano.


“In questo contesto, Aquileia – ha concluso l’esponente regionale – gioca un ruolo determinante, considerando anche che qualche decennio fa era forse più conosciuta per i suoi vini che non per essere stata una delle più grandi città romane, uno dei simboli della storia dell’umanità, luogo di commerci, scambio di merci, intreccio di culture e di identità. Credo che la consapevolezza di tutto ciò ci potrà consentire di valorizzarne pienamente le potenzialità per quanto attiene all’attrattività turistica e culturale”. Con l’assessore Gibelli hanno partecipato alla presentazione del progetto in videoconferenza anche il sindaco di Aquileia Emanuele Zorino, Alberto Bergamin e Matteo Bellotto che hanno messo l’accento sull’importanza del vino nell’economia e nella cultura della città romana. Quel Pucinum che tanto piaceva a Livia, moglie di Augusto, è infatti il progenitore del moderno Refosco dal peduncolo rosso che oggi è uno dei vini bandiera di “Friuli Aquileia”, la denominazione di origine controllata che da 45 anni protegge la produzione di quest’area vitivinicola prestigiosa.
“Harvest 2020” (significa raccolto) è un progetto che si sviluppa principalmente attorno a un’esperienza filmica del regista Maurizio Gigola e avrà per protagonisti anche il territorio e il mondo del vino del Friuli Venezia Giulia. L’iniziativa fa parte di un progetto più ampio denominato “Wine Odyssey”, del quale è l’episodio di lancio, e si propone di raccontare le sensazioni del rapporto tra il vino e l’umanità. Il progetto complessivo si comporrà di una produzione cinetelevisiva, dato che Wine Odyssey è una serie televisiva che per il primo anno prevede altri sei episodi oltre ad “Harvest 2020”: Italia, Grecia, Georgia, Germania, Francia e California.
Harvest 2020 è supportato da PromoturismoFvg e l’iniziativa coinvolgerà anche il mondo digitale con un portale dedicato e intende fare di Aquileia un “metaluogo”, un progetto che assieme alla città e al Comune mira a far divenire la località friulana centro di attrazione reale del mondo digitale di “Wine Odyssey”.

La Doc Friuli Aquileia.

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In copertina, il richiamo alla vite e al vino nei preziosi mosaici della Basilica di Aquileia.

 

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