Nel suo modo multiforme, continua a snodarsi e a viaggiare – questa volta partendo dal capoluogo friulano – “vicino/lontano mont”, la rassegna estiva dedicata alla montagna del festival udinese per creare legami e portarci a incontrare persone, luoghi, idee ponendo l’attenzione su problemi globali che incidono sempre di più sulle nostre vite, sulle vite di tutti, e non solo degli esseri umani.

“Ulderica. Fruta di mont”


Vicino/lontano mont ha scelto così di aprire la sua terza edizione, stamane, nel Salone del Popolo di Palazzo d’Aronco a Udine, con un incontro costruito assieme agli apicoltori del presidio Slow Food dei mieli di alta montagna alpina del Friuli Venezia Giulia, per sollecitare l’attenzione di tutti su un problema decisivo, strettamente connesso con la crisi climatica e ambientale: la sopravvivenza delle api e dell’apicoltura. Forse non tutti ci rendiamo conto dell’importanza del ruolo che le api svolgono tramite l’impollinazione delle piante spontanee e coltivate: un terzo circa della produzione mondiale di cibo dipende, infatti, dal loro lavoro. Come cambierebbero – senza le api – l’ambiente e la vita stessa dell’uomo sulla Terra? Una presa di coscienza definitiva sull’argomento è l’obiettivo che tutti ci dovremmo porre.
Chiamati a trattare l’importante tematica il fisico del clima responsabile del Dipartimento di Fisica della Terra del Centro Internazionale di Fisica Teorica di Trieste, Filippo Giorgi, il referente nazionale Presidi Slow Food apicoltura e mieli, Mauro Pizzato, il funzionario regionale del Servizio biodiversità della Direzione centrale risorse agroalimentari, forestali e ittiche, Pierpaolo Zanchetta, l’apicoltrice Orietta Gressani e la docente di scienze naturali e referente del presidio Slow Food mieli di alta montagna alpina del Friuli Venezia Giulia, Maria Luisa Zoratti.
La rassegna proseguirà, sempre oggi, ma alle 21.30, al Cinema all’aperto del Visionario in piazza Primo maggio, dove verrà proiettato “Ulderica. Fruta di mont”, il documentario di Stefano Giacomuzzi prodotto da Agherose e dedicato a Ulderica Da Pozzo. Un ritratto inedito della fotografa friulana: in lei coesistono coraggio e paura. Il ricordo dell’infanzia è vivido e felice, sebbene la paura della morte sia una presenza costante nel suo mondo di bambina. La fotografia le suggerisce un punto virtuoso di equilibrio. La sua ricerca artistica da quarant’anni è dedicata alla sua terra, il Friuli Venezia Giulia: un inesauribile microcosmo di cui trascende tuttavia i confini per volgere lo sguardo oltre l’orizzonte. Ulderica, “occhi curiosi”, ripercorre così le montagne della sua infanzia, puntando l’obiettivo su quel piccolo universo in cui si rispecchia il mondo intero. La proiezione sarà accompagnata da un dialogo tra il regista, Ulderica Da Pozzo e l’antropologo Gian Paolo Gri, con la moderazione di Luca Censabella.

Ingresso libero. Informazioni e programma dettagliato: www.vicinolontano.it

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In copertina, un’ape bottinatrice al lavoro su girasole coltivazione ora in fioritura.

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