Continua il trend positivo per il Pinot grigio delle Venezie, che ha iniziato il mese settembre con un +10% di prodotto messo in bottiglia, pari a +106.268 hl, per un totale di 1.174.900 hl da inizio anno. Seppur gli attuali volumi di imbottigliato siano in linea con la media dell’ultimo quinquennio – ovvero dalla prima vendemmia della Doc andata in archivio nel 2018 -, nel 2023 si osserva un trend costantemente positivo rispetto al periodo gennaio-agosto dello scorso anno, con un giugno super-performante che ha toccato il +38%. Bene anche le certificazioni di agosto, con un +14% sullo stesso mese del 2022 a presagire continuità degli imbottigliamenti.

Albino Armani


Lo stato di salute della Doc è ottimo, nessun record di stock in cantina per la denominazione interregionale che riunisce gli operatori della filiera produttiva del Pinot grigio di Friuli Venezia Giulia, Trentino e Veneto. A confermarlo i dati delle disponibilità della Doc, che a fine stagione produttiva registrano nelle cantine circa 80 mila hl in meno di giacenze rispetto a dodici mesi fa, utili a mettere Pinot grigio delle Venezie in bottiglia fino all’autunno. Interessante notare come dalla nascita della denominazione d’origine delle Venezie l’inizio dell’imbottigliamento della nuova stagione produttiva sia stato progressivamente anticipato: a novembre nel 2018 e 2019, a ottobre nel 2020 e 2022 e addirittura in settembre nel 2021, a conferma, peraltro, di una richiesta sempre maggiore di prodotto fresco da parte del mercato. Con giacenze inferiori del 15% su quanto disponibile in cantina al 1° settembre 2022, si prevedono quindi – salvo imprevisti o riclassificazioni inattese – tempistiche molto simili anche per la stagione 2023. I dati sulle disponibilità non sono solo confutati dal trend positivo di imbottigliamenti, ma anche dalla maggior rivendica a Do delle Venezie in vendemmia e dunque minori riclassificazioni in fase successiva, a dimostrare l’ottimo lavoro svolto dal Cda del Consorzio di tutela, presieduto da Albino Armani, nelle scelte di gestione.
In un momento difficile per il comparto italiano (ma non solo) – che secondo i dati elaborati da Cantina Italia non ha mai visto negli ultimi anni tanto vino in giacenza –, la denominazione d’origine delle Venezie viaggia quindi in controtendenza. «In momenti congiunturali difficili – afferma infatti Armani – è fondamentale non cedere a pessimismi generalizzati e affidarsi invece ai dati di imbottigliamento e disponibilità di ogni singola denominazione, nel nostro caso certificati e garantiti dall’organismo di controllo Triveneta e dalla fascetta di stato. Il nostro Consorzio di tutela infatti riceve e fornisce ogni mese dati aggiornati, precisi e reali che possono dimostrare come la situazione delle nostre cantine non si rispecchi in quella diffusa dall’Osservatorio italiano. Siamo testimoni di un equilibrio che non interessa solo il Pinot grigio delle Venezie, ma tutto il Sistema Pinot grigio del Nordest di cui la nostra Doc rappresenta oggi una garanzia di stabilità, essendo chiamata a gestire oltre al proprio potenziale anche i quantitativi riclassificati da parte delle altre Do territorial».
«Rappresentiamo una “denominazione cappello” della filiera produttiva di Pinot grigio del Triveneto e ci impegniamo da sempre a lavorare congiuntamente con le altre Do territoriali per una politica ampia di programmazione della produzione e governo dell’offerta da immettere sul mercato, quali blocco degli impianti in primis, mitigazione delle rese, e stoccaggio amministrativo, che ci hanno permesso di raggiungere oggi importanti risultati», conclude il presidente del Consorzio di tutela.

Per maggiori informazioni visita il sito www.dellevenezie.it

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In copertina, ecco i caratteristici, piccoli e compatti, grappoli del Pinot grigio.

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