di Giuseppe Longo

Sono Angelo Floramo e la Cooperativa Insieme “Frutti per la Pace” gli insigniti del Premio Nonino Risit d’Aur Barbatella d’Oro 2024, il prestigioso riconoscimento che i distillatori di Percoto, Giannola e Benito Nonino, istituirono nell’ormai lontano 1976, l’anno del terremoto che sconvolse mezzo Friuli, per sottolineare l’impegno nella salvaguardia dei vecchi vitigni autoctoni a rischio estinzione e nel contempo valorizzare le espressioni della civiltà contadina di queste nostre terre. La consegna dei premi avverrà sabato 27 gennaio, alle ore 11, nella distilleria sita a Ronchi di Percoto e nell’occasione si terranno anche le celebrazioni per i cinquant’anni della creazione del Monovitigno Nonino, la prestigiosa grappa che si è imposta con grande successo a livello internazionale.
Ma chi sono i due premiati? «Angelo Floramo, accademico, storico, medievalista e consulente scientifico della biblioteca Guarneriana di San Daniele del Friuli – si legge nelle motivazioni -, è, come ama definirsi, “figlio della frontiera”. Nel suo peregrinare per motivi di studio tra le più antiche biblioteche, borghi e monasteri in Italia e in Europa ricerca da sempre i fili che legano la cultura friulana a quella slovena dove le due culture si fondono (Balkan Circus 2013 e La Veglia di Ljuba 2018 edizioni Ediciclo e Bottega Errante)». L’ultimo suo libro è dedicato al prodotto della vite, “Vino e libertà” è infatti il titolo, ed è stato al centro di un recentissimo incontro che lo scrittore ha avuto all’Ute di Pordenone.
«Alla ricerca delle radici comuni attraverso le “madri” – le “majke” – che legate alle loro terre diventano canto nel più profondo senso dell’esistere, si è imbattuto – si legge ancora – nella cooperativa Insieme delle donne di Bratunac e Srebrenica, donne di Bosnia come amano definirsi, non serbe, croate, bosgnacche, non musulmane, cattoliche, ortodosse, ebree. Donne e basta. Queste donne dimostrano che si può ricostruire un’identità collettiva contro le divisioni imposte dalla guerra e hanno avviato un processo di elaborazione del lutto basato sul riconoscimento del valore del dolore dell’altro, non più inteso come nemico ma come vittima della stessa violenza. Questo è il valore etico incalcolabile della cooperativa Insieme “Frutti per la pace” creata nel 2003 da un gruppo di “pacifiste in pratica”, come la loro presidente, Radmila Zarkovic».
Come dicevamo, il Premio Nonino Risit d’Àur nacque nel 1976 e in quasi cinque decenni ha collezionato un ricco albo d’oro. «Un anno prima – ricorda il dottor Claudio Fabbro -, ricercando vinacce degli antichi vitigni autoctoni friulani, i Nonino avevano scoperto che i più rappresentativi (Ribolla, Schioppettino Tazzelenghe e Pignolo) erano in via di estinzione essendone vietata la coltivazione e il 29 novembre, con lo scopo di farli ufficialmente riconoscere dagli organi nazionali e comunitari, istituirono il Premio Nonino Risit d’Àur da assegnare annualmente al vignaiolo che avesse posto a dimora il miglior impianto di uno o più di questi vitigni anche se di proporzioni limitate». La prima edizione del Premio, appunto nel 1976, andò a Dina e Paolo Rapuzzi dell’azienda Ronchi di Cialla, in Comune di Prepotto, per l’impianto di Schioppettino, vitigno per il quale la coppia s’impegnò assiduamente al fine di ottenerne la salvaguardia. Nel contempo – ricorda ancora Fabbro -, riconoscimenti andarono anche all’azienda Conti Florio di Buttrio per il Tazzelenghe, ai Conti Trento di Dolegnano per lo Schioppettino e il Pignolo. Premi anche a Guido Poggi per l’ampelografia sui vitigni autoctoni friulani e a Angelo Nassig per la ricerca sulle stesse varietà. Tra i numerosi premiati in questo quasi mezzo secolo si distinse nel 1992 l’allora Consorzio per la Tutela del Ramandolo per sottolineare la tenace azione di difesa del prestigioso vino ottenuto dalle uve di Verduzzo friulano, nei Comuni di Nimis e Tarcento, che nove anni più tardi sarebbe stato premiato dalla prima Docg attribuita a un vino del Friuli Venezia Giulia.
Gli altri Premi Nonino, quelli più espressamente legati al settore letteral-culturale, sono stati assegnati invece ad Alberto Manguel, Rony Brauman per Medici senza frontiere e Naomi Oreskes. La Giuria, presieduta da Antonio Damasio, era composta da Adonis, Suad Amiry, John Banville, Luca Cendali, Mauro Ceruti, Jorie Graham, Amin Maalouf, Claudio Magris, Norman Manea ed Edgar Morin.

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In copertina, lo scrittore friulano Angelo Floramo insignito del Risit d’Aur 2024.

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