di Giuseppe Longo

TORREANO – «Eravamo in piena vendemmia, e per la morte di Galliano abbiamo sospeso per qualche giorno la raccolta delle uve di una vigna antica di Tocai friulano, che è andata in surmaturazione. Pensavamo di aver rovinato l’annata, invece seguendo le indicazioni del nostro enologo Gianni Menotti abbiamo ottenuto un vino strepitoso. I risultati lo confermano… ma siamo sicuri che da lassù anche Galliano abbia fatto la sua parte». Si è commosso, fino alle lacrime, Lauro De Vincenti, amministratore e “portavoce” della Valchiarò, ricordando Galliano Scandini, fondatore dell’azienda e cantiniere, scomparso cinque anni fa. Ma il socio, pur nel dolore della prematura dipartita, ha lasciato un dono agli amici produttori di Torreano: quello di poter ottenere, proprio con il ritardo della vendemmia, un bianco stupendo – che fino a una quindicina di anni fa si chiamava appunto Tocai friulano, mentre ora dobbiamo accontentarci soltanto del suo aggettivo… – classificatosi al vertice di una importante Guida nazionale. Un riconoscimento, quello meritato dal loro Nexus, “superbianco” d’Italia, che ha fatto onore a tutti i Colli orientali del Friuli.

Zannier, Devincenti e Sabbadini.

Ed è proprio con Nexus che si è brindato ai 30 anni (come sono passati in fretta!) dell’azienda, nata quasi per caso. «Cinque amici, compaesani che si conoscono da sempre, produttori di vino a livello amatoriale (essendo tutti impegnati professionalmente in altri settori) – parole del giornalista Bepi Pucciarelli, che ha introdotto la festa in cantina – si ritrovano una sera a tavola e decidono di unire le proprie forze ed i piccoli vigneti delle rispettive famiglie con l’obiettivo di produrre vino buono. Nasce così il progetto della Valchiarò, che diventa realtà davanti al notaio nel giugno del 1991». La compagine sociale è attualmente composta, oltre che da Lauro Devincenti, da Armando Piccaro, Luigi Balutto, Ivana Causero, Doris Devincenti, Sabina Malignani e Bruno Scandini. La produzione annua (ottenuta da 13 ettari di vigneto, parte aziendali, parte di proprietà dei soci) si attesta intorno alle 40 mila bottiglie. La gamma dei vini prodotti comprende i bianchi Friulano, Sauvignon, Pinot grigio, Ribolla gialla, Verduzzo friulano e Picolit; i rossi Merlot, Refosco dal peduncolo rosso ed il Torre Quâl, uvaggio di Merlot, Cabernet e Refosco affinato in legno. Non manca ovviamente un vino spumante, è Il Cìt, da uve Pinot grigio.

A distanza di sei lustri, si può quindi ben dire che la formula era ed è vincente: nella moderna sede che sorge tra i vigneti alle porte di Togliano, soci vecchi e nuovi, con i loro familiari, hanno festeggiato il 30° anniversario alla presenza dell’assessore regionale alle Risorse agroalimentari Stefano Zannier e di numerosi amici, brindando appunto con il Nexus, Friulano Doc Friuli Colli orientali, al quale la guida Winesurf 2020 (seguito vademecum online e gratuito dei vini italiani) ha assegnato il punteggio più alto in assoluto dopo aver degustato alla cieca 1403 bianchi provienienti da tutta Italia. Un prestigioso riconoscimento, come ha voluto sottolineare anche il presidente del Consorzio di tutela che ha sede a Corno di Rosazzo, Paolo Valle, presente al brindisi con il direttore Mariano Paladin e il responsabile della comunicazione Matteo Bellotto. Consorzio che ha appena varato la “Friuli Colli Orientali e Ramandolo Tasting Academy”, la struttura realizzata in coincidenza con i 50 anni della Doc (che risale appunto al 1970). Parole di plauso anche dal sindaco di Torreano, Roberto Sabbadini, orgoglioso che nel suo Comune a due passi da Cividale ci sia una realtà così importante, da fiore all’occhiello.

Parla Valle presidente dei Colli.

Prima di loro, facendo anche gli onori di casa, Lauro De Vincenti aveva sintetizzato storia e obiettivi dell’azienda. Una bella esperienza di vino e amicizia, quella della Valchiarò (il nome deriva dal torrente che attraversa il territorio comunale di Torreano) che parte dalla felice intuizione di “fare squadra”. Un esempio da imitare, come ha sottolineato nel suo saluto l’assessore Zannier: «E necessario – ha affermato l’esponente della Giunta Fedriga – trovare una strada comune per promuovere in maniera unitaria il settore vitivinicolo del Friuli Venezia Giulia al di fuori dei confini regionali, valorizzando le competenze che questa terra sa esprimere. Non possiamo più andare in ordine sparso, ma c’è necessità di unire le forze e trovare coesione, mettendo da parte alcune peculiarità in nome di un’immagine collettiva capace di portare benefici all’intero comparto. Sotto questo aspetto il territorio dei Colli orientali è un esempio virtuoso, perché il Consorzio lavora per la qualità del prodotto e, nel contempo, per rafforzarne la commercializzazione collocando i vini sul mercato al giusto prezzo». E, in questo, la Valchiarò è stata una vera e propria “apripista”. Una bella realtà, insomma, che merita d’essere presa come esempio. Infatti, il Vigneto Fvg, mentre la Valchiarò nasceva e si consolidava, ha fatto passi da gigante ponendosi all’attenzione del mondo, soprattutto con i suoi grandi e inimitabili bianchi – e Nexus ne è una conferma -, ma potrebbe fare ancora meglio se supportato da maggior coesione e unità d’intenti. E allora tanti auguri al vignaioli friulani e in primo luogo a quelli della Valchiarò. Per almeno altri trent’anni di crescita e di soddisfazioni.

I soci brindano con l’assessore.

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In copertina, ecco la sede della Valchiarò alle porte di Togliano.

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