di Giuseppe Longo

Sarà la sua amata Grado, dove era nato nel 1927, a riaccogliere Marco Felluga, il patriarca del Vigneto Fvg, spentosi nell’azienda di Gradisca d’Isonzo. I funerali saranno celebrati questo pomeriggio nella Basilica patriarcale di Sant’Eufemia, dove saranno sicuramente in molti a stringersi accanto alle figlie Patrizia e Alessandra. Il famoso vitivinicoltore, la cui famiglia era originaria di Isola d’Istria ed era giunta in laguna oltre un secolo fa, aveva perso infatti nel 2021 il figlio Roberto, stroncato prematuramente da una malattia rivelatasi senza speranze, e due anni prima la moglie Maria Alba Pipani, originaria proprio di Grado. Due gravissimi lutti che ne avevano piegato la sua forte tempra, molto simile a quella di Livio Felluga, fratello maggiore e altro indimenticabile “patriarca del vino” scomparso a 102 anni. Due fratelli che hanno molto inciso sulla viticoltura della nostra regione alla quale con genialità e lungimiranza hanno saputo dare quella spinta che ha contribuito in maniera determinante a renderla famosa in tutto il mondo.


«Se ne è andato un uomo appartenente a quella generazione che, dopo la seconda Guerra mondiale, ha saputo ripartire con coraggio e visione del futuro, rilanciando il Paese verso il benessere. Perché a questo ha contribuito Marco Felluga, facendo con successo impresa nel settore della viticoltura, ricercando sempre la qualità e l’innovazione», ha scritto di lui il governatore Massimiliano Fedriga, il quale, manifestando ai familiari la vicinanza dell’Amministrazione regionale, ha sottolineato come l’eredità imprenditoriale di Marco Felluga rappresenti un patrimonio storico e morale «di cui la comunità regionale deve fare tesoro».
Assieme al fratello Livio, Marco Felluga è stato, infatti, uno dei pionieri della viticoltura del Collio. Nel 1956, seguendo la tradizione di famiglia – portata dall’Istria dapprima, appunto, a Grado -, fondò a Gradisca d’Isonzo l’omonima azienda, divenuta famosa per quell’etichetta con il Leone alato di San Marco, simbolo della Fortezza della Serenissima. Alla fine degli anni Sessanta il grande passo avanti nel cuore del Collio – da poco marchiato dalla prima Doc nata in Friuli Venezia Giulia e che lo stesso Felluga ha rappresentato a lungo attraverso la guida del Consorzio di tutela – con l’acquisizione di Russiz Superiore, una tenuta a Capriva del Friuli ricca di storia, diventata con i suoi ordinatissimi vigneti il vero fiore all’occhiello dell’azienda. Un grande intuito imprenditoriale di cui, all’avanzare dell’età del padre, era diventato degno interprete il figlio Roberto, il cui testimone, alla sua morte avvenuta ad appena 63 anni, è stato raccolto dalla nipote Ilaria. La quale, proprio in queste settimane, sta perfezionando un’intesa con la Tommasi Viticoltori, produttrice in Valpolicella del famoso Amarone.
Ma Marco Felluga non ce l’ha fatta a vedere il nuovo corso della sua importante realtà vitivinicola. E fra poco, tornando alle origini, riceverà l’omaggio di Grado dove poi riposerà accanto alla sua amata Maria Alba. Il Vigneto Fvg dovrà essergli riconoscente per quanto ha fatto, con grande intelligenza, per la sua crescita.

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In copertina, l’imprenditore Marco Felluga spentosi a 96 anni; all’interno con il figlio Roberto, la nipote Ilaria e la moglie Maria Alba.

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