Gli investimenti a livello mondiale, la ricerca e le tecnologie nel settore dell’agricoltura innovativa, dell’indoor farming e delle colture fuori suolo sono i temi presi in esame nel corso di un evento in videoconferenza trasmesso in diretta dalla Fiera di Pordenone. L’appuntamento ha costituito un’anteprima digitale della manifestazione internazionale AquaFarm e NovelFarm in programma nel capoluogo della Destra Tagliamento il 9 e 10 giugno, che ha coinvolto esperti nazionali e internazionali per scoprire come le coltivazioni innovative ed in particolare quelle “fuori suolo” stiano rivoluzionando la produzione di cibo e di farmaci. Tematiche su cui il Friuli Venezia Giulia è attento, come ha riferito l’assessore regionale alle Risorse agroalimentari, Stefano Zannier, chiamato a portare i saluti introduttivi all’apertura del pomeriggio di lavori.

L’assessore Zannier in videoconferenza.

“Dobbiamo guardare agli scenari futuri dell’agricoltura dove le innovazioni, in realtà, sono già concrete sul territorio” ha esordito Zannier, ricordando – come si legge in una nota Arc – che “la Giunta del Friuli Venezia Giulia dallo scorso dicembre ha creato una nuova linea finanziaria regionale per sostenere gli investimenti al di fuori delle linee tipiche delle programmazioni europee. Abbiamo, infatti, rilevato la necessità di supportare attività difficilmente riconducibili a schemi regolamentari consolidati”. Secondo Zannier “alcune nuove pratiche, per esempio per la coltivazione agritech in serra, non trovano copertura nelle regole attuali delle programmazioni comunitarie. Il Friuli Venezia Giulia ha quindi deciso di dare sostegno alle innovazioni più all’avanguardia perché solo così possiamo garantire sostenibilità e progresso alle nostre imprese”.
Una visione condivisa da Giordano Emo Capodilista, vicepresidente della giunta esecutiva di Confagricoltura, secondo cui scienza e nuove tecnologie possono aiutare a produrre meglio, di più e in maniera più sana. Per questo è auspicabile che i regolamenti comunitari sul bio vengano rivisti inserendo anche le attività fuori suolo e le cosiddette “vertical farm”.
Aspetti su cui si sono concentrate alcune importanti ricerche e analisi illustrate dai relatori intervenuti che hanno aperto scenari interessanti anche nel campo biomedico. È il caso dello studio sull’utilizzo dei vegetali per lo sviluppo e la produzione rapida di test diagnostici, di terapie e di vaccini, illustrato da Linda Avesani, docente all’Università di Verona. Le piante possono infatti essere utilizzate come biofabbriche di molecole ad alto valore aggiunto, con sistemi biotecnologici che consentono di riprogrammare geneticamente alcune specie vegetali per addestrale a produrre determinati composti a fini farmaceutici.
Un approfondimento nel settore dell’agrifoodtech, ovvero delle produzioni alimentari ad alto contenuto tecnologico, è giunto invece dalla ricerca di Agritecture Consulting, partner di Novelfarm, illustrata in collegamento dalla California da David Ceasar, agronomo. A livello mondiale sono più di 5.300 le startup nel settore, di cui soltanto 199 in Italia. Per questo il nostro Paese si trova al nono posto della classifica mondiale e potrebbe aspirare a occupare maggiori spazi di mercato. Una fotografia confermata anche da Maria Pavesi, dell’Osservatorio Smart AgriFood del Politecnico di Milano e Università di Brescia, che ha registrato 500 soluzioni tecnologiche e digitali per l’agricoltura 4.0 in Italia con investimenti che sono aumentati dal 2017 ad oggi, ma in misura minore negli ultimi due anni. L’avanguardia in tema di vertical farm è stata tratteggiata dal ricercatore italiano Michele Butturini dell’Università di Wageningen (Olanda), tempio europeo della ricerca applicata nel fuori suolo.

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In copertina e qui sopra coltivazioni “fuori suolo”. (Foto da Colture Protette – Edagricole e daVertical Farm Italia)

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