di Giuseppe Longo

C’erano una volta “I Comelli”, conosciutissima azienda vitivinicola e agrituristica di Nimis: tre figli esemplari con mamma e papà ancora quotidianamente presenti per dare loro un aiuto e un consiglio, sempre preziosi e graditi. Ma dall’altro giorno, purtroppo, non c’è più il “patriarca” di questa grande famiglia friulana. “I Comelli” di Paolo, Francesco ed Enrico ovviamente ci saranno ancora, perché hanno braccia forti e buone idee per andare avanti, ma non saranno più quelli di prima, quelli che beneficiavano della luce di quel “faro” che si chiamava Alessandro Comelli. Classe 1944, Sandro – così era chiamato da tutti – se ne è andato dopo un breve ricovero all’ospedale di Udine a causa di un peggioramento delle condizioni di salute, lasciando nello sconforto la moglie Livia, i figli, le sorelle, in particolare Germana che è stata anche sindaco di Nimis. E vastissima è l’eco di cordoglio che si è subito levata da tutta la regione all’annuncio della scomparsa che i figli hanno voluto condividere con tutti attraverso i social, comunicando la morte del loro amato padre. La comunità di Nimis, ma non solo, si raccoglierà questa sera, alle 20, nel Duomo di Santo Stefano per il tradizionale Rosario e domani, alle 15, nella stessa comparrocchiale per i funerali.

Sandro Comelli con la moglie i i tre figli.


Alessandro Comelli era ormai il “patriarca” della grande famiglia originaria di borgo Valle, impiantatasi prima dell’ultima guerra in Ariis a due passi dalla piazza di Nimis. Figlio di Paolo, “Paulin di Pauli”, custode e conduttore di un’azienda da sempre fra le più in vista del paese, e nipote del grande Antonio, indimenticabile presidente della ricostruzione post-sismica, si è sempre distinto per serietà, laboriosità, lungimiranza e intraprendenza, tanto che oggi “I Comelli” sono veramente il fiore all’occhiello del “cru” del Ramandolo Docg. E questo è stato possibile grazie al suo intuito e alla sua volontà di continuamente innovare e crescere, anche grazie a una famiglia unita ed appunto esemplare. Un’azienda prestigiosa che, dopo il terremoto e soprattutto da quando si sono potuti inserire attivamente i tre figli, si è sviluppata in ogni suo aspetto, dal rinnovo e ampliamento dei vigneti ai piedi del monte Bernadia alla realizzazione di un agriturismo di grande fama nella vecchia casa di famiglia, dopo il suo meraviglioso restauro, alla costruzione della nuova cantina “sot el ronc de Madalene”, al centro di tante brillanti e frequentatissime manifestazioni che hanno come motivo di richiamo i pregiati vini dei Colli orientali del Friuli, primo fra tutti il dolce Ramandolo.
Ma Alessandro Comelli, oltre che esemplare nella vita privata, è sempre stato attivo, generoso e puntuale anche in quella della comunità, offrendo la sua presenza in ogni settore che avesse bisogno di aiuto e consiglio. Oltre al suo passato politico-amministrativo nella vecchia Democrazia cristiana che un tempo esprimeva la guida del Comune, la vita sociale che l’ha maggiormente impegnato è stata quella fra gli alpini del Gruppo di Nimis, divenendo “motore” di tante iniziative, soprattutto dopo il sisma. L’ho incontrato in paese, per l’ultima volta, non molto tempo fa, come sempre sorridente con il suo tratto signorile e gioviale, pronto a uno scambio sincero e competente, saggio per dirla con una parola, di opinioni sul suo amato settore produttivo, quello vitivinicolo appunto, ma anche sulla sua altrettanto amata Nimis. Perché Sandro Comelli era tutto questo. Mandi Sandro!

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In copertina, Sandro Comelli era della classe 1944: domani i funerali a Nimis.

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