Dopo la prima edizione del 2019, domani mattina si alza nuovamente il sipario sulla Denominazione d’origine delle Venezie, questa volta a Verona. In arrivo, infatti, il secondo Forum internazionale dedicato al Pinot grigio italiano più consumato al mondo, prodotto nelle tre regioni di Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino.
Come già annunciato, l’evento, che si terrà al Teatro Ristori a partire dalle 10, prevede due sessioni di approfondimento su valori della Doc delle Venezie, dinamiche ed innovazioni del mercato, analisi dei consumi, prospettive di crescita e strategie per aumentare il posizionamento e la redditività nei paesi di riferimento.
Il convegno sarà moderato da Fabio Piccoli, direttore di Wine Meridian e giornalista esperto di marketing internazionale del vino, e prevede due sessioni di approfondimento su dinamiche ed innovazioni del mercato, analisi dei consumi, prospettive di crescita e strategie per aumentare il posizionamento e la redditività nei Paesi di riferimento. Dopo i saluti delle autorità e del presidente del Consorzio Albino Armani, la prima sessione analizzerà i trend e le innovazioni del settore, dal sostenibile al low and no alcol, con un focus sulle politiche europee nel sistema vitivinicolo, per poi entrare nel merito dei valori della Denominazione d’Origine delle Venezie, cioè territorio, qualità certificata e stile unico.

Albino Armani nelle Grave del Friuli.


Ad aprire i lavori sarà Luca Rigotti – consigliere del Consorzio delle Venezie e presidente del Gruppo Mezzacorona, coordinatore Settore vitivinicolo di Alleanza delle Cooperative e presidente del Gruppo di Lavoro Vino del Copa Cogeca – con un intervento sulla sostenibilità, vista come indirizzo strategico virtuoso per il futuro dell’enologia, e sulle nuove dinamiche innescate nel settore da questa scelta di fondo. Herbert Dorfmann, europarlamentare Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale, offrirà invece una panoramica sul tema del no alcol e sull’utilizzo delle avvertenze sanitarie in etichetta, facendo chiarezza sulle normative e prospettive del settore vitivinicolo a livello europeo, mentre Sandro Sartor – consigliere del Consorzio delle Venezie, presidente e amministratore delegato di Ruffino e presidente di Wine in Moderation – esaminerà le opportunità di mercato dei vini low and no alcol in relazione al cambiamento degli stili di vita e di una sempre maggiore ricerca di prodotti considerati salutari, oltre che di qualità, da parte del consumatore.
Ad illustrare poi i valori della Doc delle Venezie saranno chiamati Francesco Liantonio – presidente di Triveneta Certificazioni, ente incaricato di gestire la tracciabilità e il controllo dei vini Doc delle Venezie e dunque di garantirne e tutelarne la qualità e la peculiarità – e Riccardo Velasco, direttore di Crea, Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, che racconterà il Pinot grigio come preziosa eredità da tutelare nel Nordest, attraverso un excursus sulle origini della varietà coltivata nell’areale e un esame dei tratti intrinseci e distintivi che collegano indissolubilmente questo prodotto al suo territorio, primo tra tutti la tipologia ramata.
La seconda parte del convegno sarà dedicata a mercati, consumi e prospettive del Pinot grigio delle Venezie DOC e alle strategie di valorizzazione e posizionamento nei mercati di riferimento e in Italia. Lulie Halstead, Founder di Wine Intelligence, Non-executive Director IWSR and Trustee e WSET, discuterà le opportunità e le sfide che il mercato vinicolo statunitense presenta per il Pinot grigio alla luce dei nuovi trend di consumo, mentre Kristi Paris, Head of Global Partnership in Vivino, racconterà le tendenze e la percezione del Pinot Grigio secondo la wine community più influente al mondo.
Entrando nel vivo delle strategie di valorizzazione, interverranno David Gluzman, CEO di Wine Folly, la piattaforma digitale leader non solo tra gli operatori del vino ma anche tra i consumatori, per le tecniche di promozione delle Denominazioni negli Stati Uniti, Felicity Carter, Co founder di Business of Drinks, per il posizionamento e l’innalzamento del percepito del Pinot Grigio nei mercati di riferimento, in particolare Nord e Centro Europa, e, a chiudere, Daniele Cernilli, Direttore Responsabile di Doctorwine nonché curatore della Guida Essenziale ai Vini d’Italia, per il rapporto del Pinot Grigio DOC delle Venezie con il mercato italiano e la valorizzazione delle qualità tanto amate dal consumatore internazionale anche nel suo territorio di origine.

Il convegno di San Vito al Tagliamento.

Il Forum di Verona segue il convegno che, come è noto, si era tenuto nel giugno scorso a San Vito al Tagliamento, in Friuli, sul tema Venezie Doc: maturi per crescere. Origine, stili e mercati del Pinot grigio, ultimo di due appuntamenti tecnici e di mercato, alla presenza di oltre cinquanta ospiti tra soci, enologi, studenti e stampa. Organizzato dal Consorzio Tutela Vini delle Venezie Doc, questo ciclo di incontri è parte di un percorso di intensificazione delle attività di sviluppo a livello nazionale rivolto in prima battuta ai produttori della Denominazione, che, dopo i seminari di San Michele all’Adige (Trento), si chiuderà appunto in Veneto.
A moderare l’appuntamento tecnico Antonio Boschetti, direttore de L’Informatore Agrario. L‘incontro si è aperto con l’introduzione del Presidente del Consorzio delle Venezie, Albino Armani, che ha sottolineato l’importanza di definire un percorso di qualificazione distintiva della Denominazione Delle Venezie, che sia legato al territorio di appartenenza e a un’identità collettiva che unisce Trentino, Friuli Venezia Giulia e Veneto. “Ora più che mai è necessario coinvolgere più da vicino le istituzioni e i produttori che contribuiscono alla costante crescita della Doc delle Venezie, evidenziandone il legame con il territorio – di cui il Friuli Venezia Giulia è parte fondamentale – e raggiungendo un obiettivo comune: la valorizzazione del patrimonio culturale comune, il rafforzamento dell’unità territoriale, la consapevolezza di condividere un Denominazione d’Origine leader nei mercati mondiali”.
Mauro Pizzuto, dei Vivai Cooperativi Rauscedo, ha quindi aperto con un approfondito excursus sul Pinot grigio, ‘origini e virtù della varietà coltivata nell’area delle Venezie’: “Il Pinot grigio inizia ad apparire in documenti ufficiali del Friuli (Tenimento Orto Agricolo di Udine) già dalla seconda metà del XIX secolo e poi in Veneto nel 1902, precisamente nel catalogo del vivaio governativo di Conegliano istituito l’anno precedente – con l’arrivo della Fillossera nella regione -, periodo in cui molte varietà francesi, appunto, acquisivano impulso nel territorio. Il Pinot Gris arriva in Italia essenzialmente grazie alla nobiltà che lo voleva nei propri vigneti sia per la qualità del prodotto che per l’origine francese (vini della Côte d’Or). Non era molto apprezzato però dai viticoltori per l’inferiore produttività, l’elevata alcolicità e l’inferiore acidità dei vini rispetto agli autoctoni, caratteristiche che portarono a sperimentare nuove vie enologiche fino al debutto del primo Pinot grigio vinificato in bianco – ad opera di Gaetano Marzotto – e alla successiva conquista del mercato statunitense”. Oggi il Pinot grigio proveniente dall’area delle Venezie rappresenta la quasi totalità della produzione nazionale (87%); mentre del totale prodotto nelle tre regioni, il 30% proviene dal Friuli Venezia Giulia – rendendola quindi la seconda maggiore produttrice nazionale della varietà – il 59% dal Veneto e l’11% dal Trentino Alto Adige.

In bianco e ramato.


Interessanti valutazioni delle attitudini agronomiche di diversi cloni di Pinot grigio nell’areale sono state presentate da Nicola Belfiore, ricercatore Crea Ve, attraverso lo studio comparativo condotto nel triennio 2019-2021 su 17 cloni di Pinot grigio presenti in un vigneto-collezione situato nel territorio pianeggiante della Doc delle Venezie in località Cimadolmo (Treviso). “Si tratta di una varietà internazionale diffusa in tutto il mondo e una delle più importanti in Italia dove, soprattutto nelle regioni settentrionali, si coltiva poco meno della metà della superficie totale mondiale. L’obiettivo di questo studio è stato quello di valutare le attitudini agronomiche, la suscettibilità delle uve alla botrite e ai marciumi del grappolo, la resistenza meccanica della buccia, la fertilità delle gemme e la vigoria. Le caratteristiche enologiche e sensoriali dei vini sono state studiate nel 2020 e nel 2021 durante le micro-vinificazioni, rispettivamente in bianco e con macerazione delle bucce. Sono emerse interessanti differenze che riguardano l’aspetto qualitativo, produttivo e sanitario delle uve con alcuni cloni che si sono distinti per l’accumulo zuccherino, per la produzione, per la resistenza alla botrite e per il quadro enologico mentre altri sembrerebbero non adattarsi bene in questo areale di coltivazione”. L’obiettivo di questo studio è fornire alla viticoltura del territorio indicazioni agronomiche, sanitarie ed enologiche che aiutino a scegliere il genotipo che meglio valorizzi ed esalti, sinergicamente, il binomio clone/ambiente.
Si è quindi passati ad un’analisi sugli andamenti delle certificazioni dei vini delle Venezie Doc a cura di Denis Giorgiutti, direttore di Triveneta Certificazioni, Organismo di controllo che gestisce annualmente volumi di quasi 2 milioni di ettolitri imbottigliati di Doc delle Venezie e oltre 200 milioni di contrassegni di Stato apposti su ogni singola bottiglia, con una base produttiva di circa 15 mila ha (di 27 mila a Pinot grigio potenziali del Triveneto) – 6.141 viticoltori, 574 vinificatori, 363 imbottigliatori, di cui una trentina esteri che devono e accettano di apporre il contrassegno sulle loro bottiglie. “Questi sono i numeri di un Servizio oggi a Garanzia del Consumatore e della qualità dei Vini del nostro Territorio” dice Giorgiutti e chiude, “Triveneta Certificazioni nasce nel 2016 dall’esperienza degli Organismi di Controllo del Triveneto con l’incarico di gestire la tracciabilità e il controllo dei vini Doc delle Venezie: un lavoro di grande importanza per la tutela della denominazione più estesa d’Italia che abbraccia il territorio di 12 Province del nordest italiano, a forte vocazione vitivinicola”.

Pinot grigio nel Cividalese.


A seguire, Denis Pantini, responsabile Business Unit Agrifood and Wine di Nomisma, ha illustrato i trend dei consumi e le prospettive per il Pinot grigio. “Nell’ultimo decennio, l’export di vini italiani imbottigliati – oltre agli spumanti – ha visto crescere quello di vini bianchi fermi di oltre il 10% in termini di bottiglie, rispetto ad un leggero arretramento dei vini rossi. Tra i principali mercati di destinazione figurano gli Stati Uniti, dove il Pinot grigio Delle Venezie rappresenta uno dei vini bianchi italiani più consumati, tanto che nel canale off-trade americano, una bottiglia su cinque di Pinot grigio venduta nel 2022 era collegata alla denominazione”. Negli Stati Uniti il Pinot grigio è il quarto varietale più venduto e la quota di mercato del delle Venezie rispetto alla tipologia è pari al circa il 20% sul 40 per cento totale di Pinot grigio italiano venduto. Numeri importanti che confermano la denominazione come pilastro della produzione e dell’export nazionale.
E dopo il focus sugli Stati Uniti, Luca Rossetto, professore associato dell’Università di Padova, ha preso in esame le dinamiche del mercato internazionale esplorando i cambiamenti in atto a livello globale nei segmenti fermi e spumanti, le tendenze, le opportunità e le minacce nei mercati dei paesi importatori, sia tradizionali sia emergenti. La Francia e l’Italia sono i due principali produttori, formando il 37% della produzione mondiale, nonché le prime nazioni esportatrici di vino al mondo detenendo il 33% dell’export mondiale in volume. A trainare l’export del Belpaese oggi è il segmento degli spumanti, seguito dai bianchi. I primi partner commerciali dei bianchi veneti restano Stati Uniti, Germania, Grand Bretagna, Belgio e Canada che negli ultimi cinque anni hanno visto crescite percentuali fino a tre cifre dove il Pinot grigio (55-60% dei vini bianchi certificati) è il principale driver di crescita. Questi sono inseriti nei cosiddetti mercati ‘affidabili’, diversamente da quelli attualmente ‘instabili’ come la Cina e da quelli ‘difficili o speciali’ come Singapore o la Tailandia, legati ai flussi turistici e che soffrono la concorrenza dei vini francesi, australiani o americani.
A chiudere il convegno, un approfondimento sullo scenario Fmcg e sulle opportunità di crescita per il Pinot grigio delle Venezie attraverso un intervento di Daniela Granata, di GfK Italia, che racconta come “in Italia quasi 8 famiglie su 10 acquistano vino, con una media nazionale di oltre 35 litri annui: si tratta di 20,2 milioni di famiglie. Di queste 1,3 milioni acquistano Pinot grigio (mediamente 2,3 litri/anno). Il Pinot grigio delle Venezie Doc rappresenta una grande percentuale del Pinot Grigio totale, con ulteriori potenzialità di sviluppo”.

Per maggiori informazioni
www.dellevenezie.it

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In copertina, i tipici grappoli del Pinot grigio varietà che ha dato vita a un vero e proprio fenomeno produttivo e commerciale per il Triveneto.

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