“La situazione attuale delle colture in Friuli Venezia Giulia conferma il buon andamento del melo con oltre 1.200 ettari e registra il forte incremento della coltivazione del nocciolo le cui superfici superano i 250 ettari, ripartiti tra le province di Udine e Pordenone”. Lo ha reso noto l’assessore regionale alle Risorse agroalimentari, forestali e ittiche e alla montagna, Stefano Zannier, sulla base delle rilevazioni su alcune colture effettuate dall’Agenzia regionale per lo sviluppo rurale (Ersa) per adempiere agli obblighi Istat attuate nello scorso mese di giugno. I dati delle superfici, in ettari, provengono da Agea, mentre le produzioni, in quintali, sono state stimate a partire dalla resa, parametro che cambia a seconda delle condizioni e l’Ersa in questo caso ha utilizzato valori validati per il Fvg con fonti interne e del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (Crea). Alla raccolta e alla validazione dei dati hanno collaborato la Direzione generale della Regione Fvg e la Direzione centrale risorse agroalimentari, forestali e ittiche. L’Istat ha chiesto, al momento, di considerare le seguenti colture: patata novella, carciofo e alberi da frutto quali melo, pero, pesco, pesco nettarina, mandorlo e, appunto, nocciolo.

Stefano Zannier

Per la patata (126 ettari di superfice coltivata) – informa una nota Arc – si tratta della prima raccolta, che coinvolge quelle varietà precoci (circa il 10% di quelle coltivate in regione) inadatte alla conservazione e destinate alla vendita diretta, mentre il carciofo resta una coltura marginale (meno di un ettaro investito). Per quanto riguarda invece gli alberi da frutto, si nota la marginalità dell’incidenza del mandorlo (solo 5 ettari in regione) rispetto alle altre colture fruttifere. Tra queste non sorprendono i dati raccolti di melo (oltre 1.200 ettari per varietà commerciali come Gala, Golden Delicious, Red Delicious, Granny Smith, Fuji, Pink Lady, senza dimenticare la nicchia costituita dalle varietà antiche tipiche della regione – Gialla di Priuso, di Corone, Ruggine Dorata, Rosso Invernale, Chei di Rose, Naranzinis, Striato Dolce, Zeuka, Marc Panara, Blancon – e poi pero e pesco, in quanto le superfici investite risultano in linea con quelle degli altri anni (rispettivamente 122 e 109 ettari).

Si registra un’impennata delle superfici destinate al nocciolo, che superano i 250 ettari, ripartiti tra le province di Udine e Pordenone. La messa a dimora di nuovi alberi, infatti, è iniziata circa due anni fa, per soddisfare la richiesta sempre maggiore di nocciole italiane, sia per il consumo fresco sia per la trasformazione nell’industria dolciaria. Si tratta di una specie molto adattabile. Ad oggi, in Italia, la quasi totalità della produzione avviene solo in Campania, Lazio, Piemonte e Sicilia. Per questo motivo, il nocciolo ha attirato l’attenzione di diversi agricoltori in Friuli Venezia Giulia, e l’Ersa ha svolto un importante studio sull’attitudine dei suoli alla sua coltivazione, che ha determinato un rilevante riscontro positivo. Si ricorda, tuttavia, che la presenza della cimice asiatica nel 2019 ha rappresentato, purtroppo, un problema, in quanto il nocciolo ne è risultato vulnerabile. Anche nel pesco è stata segnalata la presenza di adulti del temutissimo insetto, talvolta anche con danni ai frutti.

La provincia di Udine – ha rilevato infine l’assessore Zannier – rappresenta oltre il 60% della superficie agricola utilizzata, di conseguenza è facile immaginare che anche le colture esaminate siano concentrate in questa area: per la patata si arriva al 71% (segue Pordenone con 22%), per il melo 53% (segue Pordenone con il 45%), per il pero 78% (segue Gorizia col 20%), per il pesco 77% (segue Gorizia col 19%), per il pesco nettarina 71% (segue Gorizia col 25%), per il mandorlo l’80% (il rimanente 20% a Pordenone), per il nocciolo il 54% (segue Pordenone con il 45,9%). Trieste rappresenta meno dell’1% della superficie agricola utilizzata in Friuli Venezia Giulia e, per questo motivo, l’apporto alle colture esaminate è trascurabile (si parla di superfici totalmente assenti o di molto inferiori all’ettaro)”.

Mele prodotte in Friuli.

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In copertina, nocciole in Fvg nella fase estiva di accrescimento.

 

 

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