«Ersa rende fruibili dati presenti in numerose banche statistiche ma poco utilizzati se privi di una raccolta, lettura ed elaborazione complessiva, oggettiva e ragionata. Lo studio presentato oggi restituisce una “fotografia parlante” che aiuta a dare un’interpretazione dei fenomeni in corso e un utilizzo dei dati utili alle scelte economiche future. Questa attività svolta da Ersa si inserisce nella visione di un nuovo ruolo dell’Agenzia al cui interno, per una precisa scelta della Giunta regionale, sarà istituito l’organismo pagatore regionale, autonomo rispetto all’attuale Agea. È una sfida difficilissima che però abbiamo la capacità di vincere e portare a termine». È quanto ha detto ieri l’assessore regionale alle Risorse agroalimentari, forestali, ittiche e montagna, Stefano Zannier, durante la presentazione dell’indagine condotta dall’Agenzia regionale per lo sviluppo rurale, Ersa appunto, in merito alle prime valutazioni 2021 sull’andamento del settore agroalimentare in Friuli Venezia Giulia. La ricerca, introdotta dal direttore generale di Ersa, Francesco Miniussi, è stata elaborata da Daniele Rossi e Laura Zoratti, tecnici statistici dell’Agenzia.

Stefano Zannier

Rispetto all’analisi presentata, Zannier – come informa Arc – ha evidenziato che «il comparto agricolo regionale è segnato da alcuni fattori importanti: in primis, i danni da maltempo, che si susseguono di anno in anno, e che non possono più essere considerati straordinari. Nel primo pilastro della Programmazione agricola comunitaria (Pac) è prevista la capitalizzazione di un fondo per la gestione del rischio. È necessario un sistema strutturale e non più fondato sulla solidarietà, che in questo momento non garantisce indennizzi adeguati». L’assessore ha poi sottolineato «le problematiche legate alla risorsa idrica che necessita di nuovi sistemi di approvvigionamento e di gestione del sistema irriguo, anche in funzione dei cambiamenti climatici che influiscono sulla fioritura e sulla crescita di alcune varietà. Per cui molte risorse del Pnrr saranno destinate a questo obiettivo».
Venendo ai dati, il primo semestre 2021 è stato caratterizzato dalla ripresa degli scambi commerciali, con esportazioni per oltre 424 milioni di euro di prodotti alimentari regionali (più 15 per cento rispetto al primo semestre 2020) e 87,3 milioni di euro di prodotti agricoli regionali (più 9,8 per cento), che hanno superato i valori pre-pandemici. Tale incremento, associato a una crescita più lenta delle importazioni (378 milioni di euro, più 8,4 per cento), ha mantenuto la bilancia commerciale su valori nettamente positivi. Non si arresta la domanda estera di vino regionale, il cui valore esportato nel primo semestre 2021 si è approssimato ai 60 milioni di euro (più 15,4 per cento rispetto al 2020). I mercati internazionali hanno registrato un andamento al rialzo dei prezzi dei prodotti agricoli, per effetto della corposa domanda da parte della Cina, oltre che dal rallentamento delle operazioni doganali e di disinfezione e dall’aumento dei costi dell’energia che hanno aumentato i prezzi dei trasporti. I prezzi di cereali e colture oleaginose sono risultati così in costante aumento a partire dall’autunno 2020 fino a tutto il 2021. I prezzi dei mercati regionali ne hanno risentito positivamente, portando a stimare un aumento del valore economico generato dal comparto cerealicolo (141 milioni di euro, più 27,5 per cento) e delle colture industriali (57,1 milioni di euro, più 16,1 per cento), nonostante i cali produttivi. Resta da valutare l’effetto sul comparto zootecnico, dove i prezzi delle carni hanno registrato incrementi postivi rispetto al 2020. Buono l’andamento dei consumi di Montasio (con vendite cresciute dell’11 per cento).
Il settore “pesca e acquacoltura” ha, poi, registrato un recupero delle vendite, favorite dall’aumento dei consumi di pesce fresco oltre che dalla generale ripresa delle esportazioni. Il comparto produttivo si dimostra attento anche ai cambiamenti nelle abitudini dei consumatori, ad esempio per il particolare interesse mostrato verso il prodotto trasformato a base di trote allevate in regione.
Per quanto riguarda, invece, il numero di aziende del settore, queste risultano in leggero aumento al terzo trimestre 2021 (14.067 unità, più 0,6 per cento), con un saldo positivo in termini di occupazione (più 0,3 per cento di assunzioni) e una diminuzione delle aziende cessate (meno 5,7 per cento).
Dal punto di vista delle condizioni climatiche il primo semestre 2021 era iniziato con delle gelate ad aprile che hanno mandato in sofferenza frutteti e viti, mentre il passaggio da un maggio freddo e piovoso ad un giugno caldo e secco ha messo in difficoltà la fioritura di mais e ulivo.
In regione, la coltura prevalente è la vite con oltre 28mila e 600 ettari, seguono il melo (oltre 1.300 ettari) e l’actinidia, ovvero i kiwi (491 ettari, in leggera diminuzione). In aumento le superfici a piccoli frutti (24 ettari, più 85 per cento) e nocciolo (384 ettari, più 34 per cento). Il 50 per cento delle superfici destinate alle colture ortive è stato investito ad asparagi, mentre il 16 per cento a patate.

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In copertina, la crescita degli asparagi coltura che in Fvg occupa metà della superficie orticola regionale.

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