(g.l.) Omaggio di Tarcento a un grande, inimitabile “cantore” del Friuli di una volta, il pittore Otto D’Angelo, scomparso cinque anni fa. Nell’ambito di “Puints – Incuintris su lenghe, identitât e autonomie”, l’Istitut Ladin Furlan “Pre Checo Placerean” e la civica amministrazione hanno infatti allestito, a palazzo Frangipane, una bellissima mostra dedicata all’indimenticabile artista che sarà inaugurata proprio oggi, vigilia dell’Immacolata, e che è intitolata “Otto D’Angelo pittore del Friuli contadino e illustratore pubblicitario”. La cerimonia si terrà alle 18 e prevede gli interventi del sindaco Mauro Steccati, dell’assessore alla Biblioteca di Tarcento Silvia Fina, del consigliere regionale Roberto Novelli, del presidente dell’Istitut Ladin Furlan Geremia Gomboso, del rappresentante di Banca 360 Fvg e di Gabriella Bucco, critica d’arte e grande esperta delle opere di Otto D’Angelo. La mostra potrà essere visitata dal 9 dicembre al 7 gennaio nei giorni di sabato e domenica, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18; resterà invece chiusa il 24 e il 31 dicembre. Alla bella iniziativa ha assicurato, tra gli altri, la propria collaborazione il Club per l’Unesco di Udine, presieduto da Renata Capria D’Aronco.

In Friuli dalla mietitura…

… alla vendemmia.

Nella pittura di Otto D’Angelo si coglie immediatamente un eccezionale realismo che rievoca la sua terra d’origine e i suoi valori fondanti. Nei suoi quadri vivono il Friuli contadino dei mezzadri piegati dalla fatica nei campi, i giochi dei bambini, i lavori ormai desueti e una ricca galleria degli scorci più belli del Friuli, immortalati come se il tempo si fosse fermato. I paesaggi, la civiltà contadina, il fortissimo legame con i suoi paesi si specchiano nelle sue opere, diventando immagini della memoria colte nel multiplo variare di luce e tonalità cromatiche, preziosa testimonianza sulla gente e sul Friuli che non c’è più.
Otto D’Angelo, ottavo figlio di una povera famiglia contadina, nacque nel 1923 a Silvella, piccola frazione di San Vito di Fagagna. Subito dopo la seconda Guerra mondiale, conseguito il diploma di artista decoratore, emigrò in Francia. A Parigi diventò apprendista-disegnatore di una importante casa editrice, creando fumetti nei quali convivono dinamismo e figura. Mentre continuava a studiare pittura, produsse illustrazioni per vari romanzi e riviste femminili francesi, collaborando con un noto giornale sportivo e illustrando le partite di calcio della Nazionale e del Campionato di Serie A d’Oltralpe.
Alla fine degli anni Cinquanta rientrò nel suo Friuli, a Caporiacco, e aprì uno studio di pubblicità a Udine, senza però smettere di coltivare la pittura, in particolare ad acquerello, cui si dedicò ininterrottamente dalla fine degli anni Sessanta alla morte, avvenuta nel 2018, a 95 anni.

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In copertina, il pittore Otto D’Angelo nel suo studio dove ha lavorato fino alla morte.

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