Il Pinot grigio di Friuli Venezia Giulia, Veneto e Trentino “vola” anche nel difficile anno del Covid-19. Infatti, pur in un contesto di generale difficoltà, la Doc delle Venezie non arresta la sua crescita e chiude il 2020 con + 4,7% di imbottigliamenti (1.715.372 ettolitri per un totale di quasi 214 milioni di contrassegni distribuiti da Triveneta) pari a 10,5 milioni di bottiglie in più sull’anno precedente. Dati fortemente attesi che confermano una continua ascesa per il Pinot grigio triveneto – trend più che positivo confermato anche dalle cugine Denominazioni del territorio – se considerato, soprattutto, che la stagione produttiva del grande bianco appena chiusa (la quarta per la Doc) arrivava già da un 2019 “da record”, che chiudeva il bilancio con un entusiasmante +34% sul 2018. Benché il trend nell’anno solare abbia mostrato un profilo altalenante, in particolare nel primo semestre – complice l’incertezza generale, stato d’animo che ancora aleggia nel comparto – «la nostra Doc, come altre del territorio, non ha mai ceduto a pessimismi e, anzi, ha tenuto duro e continua a farlo dimostrando che il Triveneto è la casa del Pinot grigio», dice il presidente del Consorzio di tutela, Albino Armani, che continua: «In un momento congiunturale difficilissimo, soprattutto durante il primo lockdown, abbiamo sempre osservato nel corso dei mesi un andamento in linea o in lieve crescita con le medie stagionali degli ultimi due anni, con un picco massimo nel mese di luglio, il più alto di sempre, con quasi 163.000 ettolitri imbottigliati. Un grande merito va anche al dinamismo dei nostri imbottigliatori, nazionali ed esteri, per aver creduto nella nostra Doc ed aver contribuito in modo significativo alla sua crescita in termini sia di imbottigliato sia di valore. Infine, grazie alle sue caratteristiche di versatilità e semplicità di beva, ma anche grazie ad un consumatore globale in grado di apprezzarlo e alla distribuzione nel canale della Gdo internazionale, il Pinot grigio delle Venezie è riuscito a chiudere positivamente anche questo anno a dir poco particolare».

Albino Armani

E un grande contributo arriva anche dai partner esteri: assai soddisfacenti le performance dello sfuso destinato a Doc delle Venezie che oltrepassa il confine nazionale, con 192.793 ettolitri – di cui il 12% già dell’annata 2020 – imbottigliati tra Germania (47%), Regno Unito (21%), Stati Uniti (12%), Canada (6%) e Austria (5,19%), dato significativo specie osservando la media mensile di imbottigliamenti totali di 145.948 ettolitri/mese (+4,7%). «Gli imbottigliatori esteri che scelgono la Denominazione delle Venezie sono assoggettati al piano delle verifiche e dei controlli specifici per la Do e si impegnano ad operare conformemente alle disposizioni previste dal suo disciplinare di produzione, sempre sotto la supervisione dell’organismo di controllo Triveneta Certificazioni», spiega Francesco Liantonio, presidente di Triveneta. La Doc ha inoltre osservato un buon trend di partenza per quanto riguarda i nuovi imbottigliamenti della vendemmia 2020 iniziati già ad ottobre (in anticipo di un mese rispetto ai due anni precedenti) con un + 67% rispetto all’utilizzo della nuova annata nello stesso periodo del 2019. Ottime notizie anche sul fronte delle giacenze che registrano un notevole calo sul 2019, precisamente una riduzione del 42%, che si traduce in quasi -121 mila ettolitri nei serbatoi delle aziende.

Infine, il Consorzio di tutela delle Venezie è pronto ad aprire nuovi importanti capitoli a partire dall’attesa presentazione della modifica del Disciplinare di produzione, possibile solo a seguito del riconoscimento Ministeriale ricevuto nel 2020. Anche in assenza delle principali manifestazioni di settore internazionale come Prowein e Vinitaly, oggi il Consorzio non si arresta e guarda avanti, verso progetti di comunicazione, promozione e informazioni internazionali. I riflettori resteranno certamente puntati sulle piazze già consolidate e trainanti per la Doc come Usa e Uk, ma la denominazione si prepara a conquistare anche terre vergini per il Pinot grigio delle Venezie – come Giappone, Russia e Svizzera – e a fare nuovi network con il pubblico specializzato di buyer, stampa e professionisti del settore.

Global Best of Wine Tourism
premia la cantina Armani

E parlando di Pinot grigio Doc delle Venezie, registriamo anche una bella notizia rirguardante il presidente del Consorzio di tutela, Albino Armani, la cui storica azienda veronese ha vinto nell’anno appena concluso il Global Best of Wine Tourism Award. Nel corso della Conferenza annuale di Great Wine Capitals, la rete delle Grandi Capitali del Vino, si è riunita infatti la Giuria internazionale che sceglie i vincitori Globali del premio best of Wine Tourism, il concorso del turismo enologico, giunto alla sua quarta edizione. Quest’anno, a causa della pandemia mondiale, soltanto 6 capitali hanno deciso di organizzare il Concorso Best of Wine Tourism, tra cui Verona, unica città italiana, che con la locale Camera di Commercio siede nell’organizzazione internazionale dal 2016. E appunto la cantina Albino Armani Viticoltori dal 1607 si è aggiudicata il Global Best of Wine Tourism.
«Accogliamo con gioia e soddisfazione questo prestigioso premio internazionale che giunge a coronamento di un grande lavoro svolto dalla nostra azienda», ha detto Albino Armani. «Posso dire con orgoglio – ha aggiunto – che, nell’anno che ha segnato l’industria del vino e del turismo a livello globale, abbiamo continuato a guardare avanti con speranza e ottimismo, in una direzione sempre etica e sostenibile e che valorizzasse il nostro territorio. Quando l’economia mondiale minacciava di fermarsi, abbiamo fatto nascere una NewCo, Futuri1607, funzionale alla strutturazione del rapporto con il cliente finale e in grado di dare forma alla nostra proposta enoturistica, all’e-commerce, alla formazione e alla comunicazione rivolta al B2C. Come Cantina, inoltre, co-partecipiamo da anni alla meravigliosa offerta turistica e sportiva dell’Associazione Visit Valdadige, progetto innovativo che promuove esperienze uniche nella nostra zona. Infine, siamo lieti di aver raggiunto questo traguardo grazie alle nostre politiche di sostenibilità, categoria che ci ha portato in finale con altre sei aziende della provincia di Verona. La nostra filosofia aziendale fonda le sue radici nel rispetto per il territorio e si traduce in una visione più ampia di salvaguardia e “sostegno” ambientali, attuati attraverso un lavoro congiunto di chi condivide e vive uno stesso luogo».
I premi Best of Wine Tourism riconoscono eccezionali iniziative di turismo del vino che presentano standard di eccellenza. Dalla prima edizione, 5.290 aziende hanno partecipato al concorso e 805 candidati sono stati selezionati per un anno di promozione internazionale a tutti i livelli, grazie alla collaborazione della rete con il mensile Decanter. In questo bando, 6 città – Adelaide, Città del Capo, Mainz-Rheinhessen, Mendoza, Porto e Verona – hanno organizzato i loro concorsi locali, con 217 partecipanti e 40 vincitori locali in totale, un campione della forza, del dinamismo e dell’eccellenza nel settore del turismo enogastronomico. La Giuria internazionale, composta da rappresentanti provenienti dagli 11 Paesi partecipanti al Network, ha esaminato le candidature e decretato un vincitore Globale per ogni capitale partecipante. Per Verona ha portato a casa l’importante riconoscimento la Cantina Albino Armani Viticoltori dal 1607, che aveva vinto per la categoria “pratiche sostenibili nell’enoturismo”. «L’habitat rurale non è solo il luogo di origine dei prodotti tipici, come il vino – ha affermato il presidente della Camera di Commercio di Verona, Giuseppe Riello -, ma anche il possibile luogo di “consumo esperienziale” l’incontro ravvicinato con i valori di un’autentica cultura locale. Ne deriva che il turismo rappresenta un valido strumento per uno sviluppo sostenibile delle aree rurali periferiche perché́, se opportunamente gestito, permette il mantenimento dell’habitat rurale in tutti i suoi aspetti: ambientali, culturali, sociali ed economici».

I global winner di Best Of Wine Tourism:
Albino Armani Viticoltori dal 1607 (Verona, Italia)
Wirra Wirra Vineyards (McLaren Vale, Adelaide, Australia)
Creation Wines (Cape Town, South Africa)
Weingut Thörle (Mainz – Rheinhessen, Germany)
Superuco Winery (Mendoza, Argentina)
Monverde Wine Experience Hotel (Porto, Portugal)

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In copertina, i caratteristici grappoli del Pinot grigio e all’interno vigneti.

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