di Giuseppe Longo

Primi a partire con la vendemmia, all’inizio della settimana appena conclusa, con la raccolta del Pinot grigio, sono stati i viticoltori della Cantina di Casarsa. E ora si preparano i soci della Produttori di Cormons, ma anche altri viticoltori, singoli o in cooperativa, soprattutto delle zone rivierasche e del Medio Friuli. Due aree importanti del Vigneto Fvg dalle quali sono giunti segnali molto buoni per la stagione vitivinicola 2021, soprattutto in termini qualitativi grazie all’eccellente salute dei grappoli, mentre la quantità è ovunque stimata con un leggero calo, dovuto soprattutto ad avversità atmosferiche come le grandinate che hanno devastato importanti aree della Destra Tagliamento. Indicazioni confermate da Assoenologi Fvg, voce notoriamente autorevole in materia, attraverso la propria riunione prevendemmiale, dalla quale è emerso un decremento produttivo di circa il 7 per cento rispetto alla precedente campagna, che pure non era stata particolarmente generosa, per un totale che supera di poco 1 milione e 700 mila ettolitri di vino. Ma, appunto, di ottima qualità.

Calzavara, Rizzi, Zannier, Cotarella e Brogioni a Corno di Rosazzo.

Una “fotografia” scattata grazie alle parole di qualificati relatori, presenti i vertici di Assoenologi: a Corno di Rosazzo c’erano, infatti, il presidente Riccardo Cotarella e il direttore generale Paolo Brogioni, che hanno dato una “lettura” a livello nazionale del settore della vite e del vino proprio alla vigilia della vendemmia che è ormai quasi ovunque ai nastri di partenza (pur essendo sensibilmente posticipata rispetto alla media degli ultimi anni), eccettuate le zone più a nord dei Colli orientali del Friuli, non solo per questioni ambientali ma anche per la presenza di varietà tardive come Verduzzo (per il Ramandolo Docg) e il Refosco di Faedis (o nostrano) e dal peduncolo rosso, o il pochissimo ma eccelso Picolit.
C’era anche l’assessore regionale alle Risorse agricole, Stefano Zannier, il quale ha sottolineato che un ruolo determinante per la produzione vitivinicola, ma anche per la tutela e la valorizzazione del territorio, si ritrova proprio nella figura dell’enologo, che ha il compito di assicurare al processo produttivo dei vini, dalla coltivazione del vigneto alla diffusione delle bottiglie sul mercato, un percorso atto a garantire una qualità sostenibile e il successo tra i consumatori, portando giovamento all’intera economia del Friuli Venezia Giulia.
I temi principali affrontati dai qualificati relatori ruotavano attorno al concetto che il vino risulta essere sempre di più un “ambasciatore” della qualità del territorio che lo esprime, attraverso una realtà produttiva nella quale la necessità di coesione, del saper fare sistema – argomento questo che da sempre sta molto a cuore dell’assessore Zannier – risulta essere ancor di più oggi elemento cardine per la tenuta e la crescita di un settore che in certi segmenti ha ancora spazi di espansione, come quelli del Prosecco Doc e del Pinot grigio. Occorre però che l’intera filiera vitienologica si impegni, sempre più unita, per consolidare e rafforzare il livello di qualità, già alto, dimostrandosi altresì capace di affermare nel mondo l’immagine del vino Fvg. Per raggiungere questo traguardo – è stato sottolineato durante la convention prevendemmiale a villa Nachini Cabassi, dove ha sede anche il Consorzio Doc Friuli Colli orientali e Docg Ramandolo – bisogna essere in grado di affrontare e superare il confronto con le altre realtà di produzione, che hanno ormai consolidato la loro immagine.

Fabbro e Rizzi

Stefano Zannier

Albino Armani

Stefano Zanette

Per favorire questo processo, la Regione Fvg – ha assicurato l’esponente della Giunta Fedriga – è disponibile a fornire un sostegno mirato, nella consapevolezza che dovranno essere sempre le aziende e i loro Consorzi a voler investire con convinzione nella promozione, in quanto le istituzioni non si potranno sostituire alla loro capacità di conoscere e interpretare i mercati e le tendenze. Le quali sono spesso determinate da una non approfondita conoscenza delle specificità di un settore articolato e complesso qual è, appunto, quello della vitivinicoltura, tanto che proprio gli enologi possono dare un importante contributo alle stesse aziende, ma anche gli enti pubblici e ai consumatori, nell’affermazione di una cultura del territorio, attraverso la quale il Vigneto Fvg non potrà che vincere nuove sfide.
Approfondite le analisi dei relatori, presentati e moderati da Claudio Fabbro, intervenuto pure con le sempre interessanti e puntuali osservazioni sul settore, anche con richiami ad annate pregresse. La “scaletta” dei lavori prevedeva, infatti, dopo il saluto di Rodolfo Rizzi, presidente di Assoenologi Fvg, le relazioni del meteorologo Marco Virgilio, sull’andamento atmosferico primavera-estate; dell’agronomo Giovanni Bigot, sulla sanità e sul potenziale qualitativo delle uve; del professor Emilio Celotti, dell’Università di Udine, sulla vendemmia in generale e sulla necessità di vinificare con attenzione avendo come primo obiettivo proprio la qualità. C’erano anche Stefano Zanette, presidente della Doc Prosecco, e Albino Armani, leader della Doc Delle Venezie (Pinot grigio), i quali sono intervenuti con interessanti considerazioni riguardanti i rispettivi ambiti di competenza che sottendono settori ancora in piena espansione, veri e propri “fenomeni” produttivi del momento.

Vertici Assoenologi e relatori.


E, allora, via alla vendemmia 2021 che, come dicevamo, parte con il piede giusto perché lo stato sanitario delle uve è ottimale e solo in alcune varietà a grappolo compatto si è notato qualche lieve attacco di Botrite. «Allo stato attuale, rispetto allo scorso anno – ha osservato a tale riguardo Rizzi – la quantità di uva si attesta attorno ad un meno 7% e i primi dati analitici (rapporto zucchero-acido) fanno registrare la stessa concentrazione zuccherina della scorsa vendemmia, con un leggero aumento della componente acida, fondamentale per l’equilibrio aromatico del futuro vino». Dopo le basi spumante, scatta dunque l’ora per la raccolta in grande stile del Pinot grigio, Pinot nero e di alcuni cloni di Sauvignon, varietà che in Friuli ha trovato la sua “patria” di elezione facendosi amare in tutto il mondo. A seguire si vendemmieranno le uve di Traminer aromatico, Chardonnay, Pinot bianco, Glera, varietà atta a dare il Prosecco (essendo questo soltanto il nome del vino e non del vitigno) e Ribolla gialla, altro “caso” produttivo di questi anni. Stando alle attuali condizioni climatiche – sono ancora le previsioni Assoenologi Fvg -, solo dopo il 20 di settembre dovrebbero arrivare nelle cantine i primi carri di uve a bacca rossa (Merlot e Cabernet franc) per terminare con la raccolta delle varietà tardive (gli appunto già ricordati Verduzzo, Refosco e Picolit).
E il mercato? «Per quanto riguarda le contrattazioni, sul mercato delle uve – sono le osservazioni conclusive di Rodolfo Rizzi -, per ora c’è una certa stagnazione dei prezzi in attesa che si consolidino le varietà più richieste come il Glera per Prosecco e il Pinot grigio. Per le uve rosse, purtroppo ridotte a un venti per cento dell’intera produzione viticola regionale, un certo interesse è rivolto al Refosco, al Merlot, al Cabernet sauvignon e al Pinot nero che, dallo scorso anno, è entrato nella produzione del Prosecco Rosé». E’ chiaro che sul mercato hanno pesato finora, e non poco, gli effetti pandemici. Ma che un’estate così bella, soprattutto dal punto di vista turistico, potrebbe anche far presto dimenticare, o quasi. Ce lo auguriamo, per il bene di tutti. Intanto, però, buona vendemmia!

La foltissima platea.

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In copertina, grappoli perfettamente maturi di Pinot grigio, nel Cividalese, sui Colli orientali del Friuli.

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