Con le sue festività, dicembre è da sempre il mese per eccellenza delle spese alimentari. In vista del pranzo di Natale e del cenone di Capodanno, gli italiani e non solo loro prendono letteralmente d’assalto supermercati e boutique alimentari in cerca dell’ingrediente che non deve mancare, ma anche del regalo gourmet da mettere sotto l’albero. Una corsa all’acquisto che in Friuli Venezia Giulia vale 292 milioni di euro, ben 47 in più rispetto alla spesa media mensile durante l’anno. La stima è dell’ufficio studi nazionale di Confartigianato-Imprese che nel report dedicato ai consumi fotografa anche lo stato di salute del comparto agroalimentare con particolare attenzione alla sua evoluzione nell’ultimo quinquennio, agli occupati e all’export.

La presentazione dell’indagine.

Spesa a dicembre. Come detto, la spesa stimata per il mese in corso è di 292 milioni complessivi di cui oltre la metà sono acquisti intercettabili dall’artigianato che si avvia a “incassare” 131 milioni di euro. “Ancora una volta i prodotti agroalimentari prodotti dagli artigiani giocano una parte da protagonisti. Durante e oltre le feste – commenta il presidente di Confartigianato-Imprese Udine, Graziano Tilatti -. I consumatori sono sempre più sensibili e attenti a ciò che mettono in tavola e in questo senso il cibo e le bevande prodotti nelle botteghe artigiane sono una garanzia di qualità, nonché di quel tocco in più di saperi tramandati, sapori autentici e genio creativo condensati dalle  nostre imprese in prodotti unici, che il mondo ci invidia”.
Tornando alla spesa, a livello provinciale quella maggiore si registra nell’ex provincia di Udine con 126 milioni di euro (+20 milioni rispetto alla media dell’anno, di cui 56 intercettabili dall’artigianato). Seguono Pordenone con 70 milioni (+11), Trieste con 62 milioni (+10) e Gorizia con 34 (+5) di cui rispettivamente 31, 28 e 15 milioni sono la quota intercettabile dalle botteghe artigiane.

Imprese e addetti. L’impennata della spesa alimentare a dicembre garantisce ogni anno una significativa boccata d’ossigeno per le imprese artigiane del settore che in Fvgsono ben 1.360, l’1,6% del totale nazionale, 17 in meno rispetto a un anno fa. Numeri che dimostrano la tenuta del settore in regione da un anno all’altro, ma anche sul lungo periodo. Nel quinquennio, infatti, la variazione si attesta a -0,1% e certifica la tenuta del  comparto: fatta eccezione per Valle d’Aosta e Trentino Alto Adige, che crescono, il Fvg è  tra le regioni quella che perde meno. Le imprese del settore danno lavoro a 7.725 addetti –  3.771 a Udine, 1.770 a Pordenone, 1524 a Trieste e 661 a Gorizia -: 4.893 sono occupati nelle Pmi (il 63%), 2.711 nelle imprese artigiane (35,1%).

Export. Le esportazioni sono in costante crescita. Nel primo semestre 2019 il valore dei prodotti agroalimentari venduti oltre confine è stato pari a 386 milioni di euro (il 2,2% del totale nazionale), in aumento del +6,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Dato significativo, specie se rapportato alla performance della manifattura che nello stesso periodo è stata fortemente negativa (-11,7%). Il Fvg è al sesto posto tra le regioni italiane per propensione all’export (calcolata sulla base del rapporto tra il valore degli ultimi quattro trimestri e il valore aggiunto a prezzi correnti del 2016): a fronte di un dato medio per l’Italia pari al 2,35%, il Friuli Venezia Giulia si attesta al 2,35% (sesta regione d’Italia) con l’exploit a livello locale della provincia di Trieste che raggiunge il 3,75%.

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In copertina e qui sopra piatti tipici (foto Luca d’Agostino) e grandi vini, anche con bollicine, che sono molto frequenti sulle tavole di dicembre.

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