“Ci sono possibilità di ulteriore espansione per l’acquacoltura, specialmente per quanto riguarda quella d’acqua dolce, settore nel quale il Friuli Venezia Giulia vanta eccellenze di livello europeo. La ricetta per assicurare al comparto ittico la tenuta e garantire un’ulteriore crescita sui mercati consiste nel perseguire quella qualità grazie alla quale questo comparto si è saputo affermare in Italia e nel mondo”.Lo ha rilevato l’assessore regionale alle Risorse agroalimentari e forestali e alla pesca, Stefano Zannier, intervenuto in videoconferenza all’incontro sul tema “L’impatto della pandemia sulla acquacoltura”, organizzato da Aquafarm e tenutosi alla Fiera di Pordenone.

L’assessore Stefano Zannier.


L’evento, che ha permesso anche di anticipare i contenuti dell’edizione dell’importante rassegna dedicata all’acquacoltura, all’algocoltura e all’industria della pesca Aquafarm, in programma a Pordenone a partire dal 9 giugno, è stato moderato da Fabio Gallo, conduttore della trasmissione televisiva “Linea Blu”. Vi ha preso parte tra gli altri – come informa una nota Arc – anche Filippo Gallinella, presidente della XIII Commissione agricoltura della Camera, e l’incontro ha dato modo a Zannier, intervenuto per portare il saluto introduttivo in rappresentanza della Regione Fvg, di esprimere una valutazione positiva sulle prospettive per il settore ittico all’uscita dalla pandemia.
Nel frattempo, però, in questo periodo di crisi, se si è ridotto il consumo di pesce da parte del mondo della ristorazione e sono calate le esportazioni, mentre ha comunque tenuto l’acquisto di prodotti ittici da parte dei consumatori. Si tratta di un segnale importante, che conferma l’interesse dei cittadini e delle famiglie ad alimentarsi a base di pesce. Per cui la coesione e i risultati raggiunti dagli operatori ittici del Friuli Venezia Giulia – come ha evidenziato l’assessore Zannier – consentono di guardare al futuro con prospettive incoraggianti, fondate sulla professionalità e sulla capacità di innovare, che si basa anche sulla ricerca, finora dimostrate.
Per quanto riguarda i ristori per i danni patiti a causa del calo delle vendite conseguente all’emergenza sanitaria, sono in arrivo le nuove misure che la Regione ha previsto per dare concretezza agli aiuti previsti a livello europeo. “Rappresenteranno una boccata d’ossigeno per le imprese ittiche – ha specificato Zannier – perché come negli altri settori il conto che esse hanno dovuto pagare a causa della pandemia è pesante: in questo momento è dunque importante consentire a queste realtà di essere pronte alla ripartenza”. Anche considerando che, come in agricoltura, nell’acquacoltura le spese di mantenimento e allevamento continuano a essere sostenute anche in mancanza delle vendite.
Secondo l’esponente della Giunta Fedriga, ci sono comunque importanti spazi di sviluppo sia nell’acquacoltura praticata in mare sia in quella lagunare e nelle acque interne. Anche perché, e a tale proposito ha ripreso una valutazione di Pier Antonio Salvador, presidente dell’Api, l’80 per cento del pesce consumato in Italia proviene dalle importazioni. Una costatazione che ha indotto l’assessore regionale a concludere ribadendo l’invito, rivolto agli operatori ittici già lo scorso anno e nella stessa sede, a considerare le prospettive di mercato conseguenti alla pandemia, che dimostrano la sempre crescente necessità di fare allevamento, unitamente al fatto che le proprietà salutistiche del pesce sono sempre più riconosciute dai consumatori, mentre la sostenibilità dell’acquacoltura consentirebbe anche di sopperire alle problematiche connesse a quelle derivanti dalle difficoltà a garantire lo stoccaggio del pescato.

Un allevamento di mitili in mare.

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In copertina, la trota è la principale specie prodotta in acqua dolce.

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