di Giuseppe Longo

Tanto tuonò che non piovve! Come dire che la levata di scudi che si era vista nei mesi scorsi contro l’eventualità del Prosecco croato non è servita a nulla, per cui la Commissione europea procederà alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale Ue della domanda di registrazione della menzione tradizionale “Prosek” da parte delle autorità di Zagabria. E in Italia torna immediatamente la protesta, sia da parte politica che sindacale (Coldiretti, Confagricoltura e Cia), oltre che naturalmente da parte del mondo imprenditoriale, annunciando barricate pur di difendere la nostrana denominazione, tutelata dalla Doc interregionale tra Friuli Venezia Giulia e Veneto che fa leva sul nome geografico Prosecco, quello cioè di un piccolo paese del Carso Triestino.

Stefano Zannier


«L’Unione europea non pensi di poter stravolgere l’applicazione delle proprie stesse regole. L’assegnazione ad un vino bianco croato della denominazione Prosek è in palese conflitto con la Dop italiana Prosecco e con tutte le normative comunitarie», aveva tuonato nei mesi scorsi l’assessore regionale alle Risorse agroalimentari, Stefano Zannier, che aveva unito così la propria voce a quella dei tanti esponenti italiani di diversi schieramenti politici, europarlamentari, deputati e governatori in primis, che si stavano opponendo con fermezza alla richiesta avanzata alla Commissione europea, appunto da Zagabria, per l’avvio della procedura di riconoscimento della menzione tradizionale Prosek a un vino bianco prodotto in Croazia. «Ricordo che già alcuni anni fa la Croazia aveva chiesto il riconoscimento della denominazione, allora rifiutato da Bruxelles in quanto palese plagio del nostro Prosecco. Se l’Unione Europea intende mantenere un minimo di credibilità rispetto a regole ampiamente condivise si comporti con coerenza e blocchi immediatamente la richiesta», aveva concluso Zannier. Evidentemente Bruxelles non è stata dello stesso avviso, tanto che, noncurante delle numerose ed energiche prese di posizione in Italia, a cominciare appunto da Veneto e Friuli Venezia Giulia, ha dato via libera al riconoscimento richiesto dai produttori croati.
Contro questa decisione europea è subito sceso in campo anche il Ministero delle Politiche agricole, guidato dal triestino Stefano Patuanelli. «La decisione della Commissione europea sul riconoscimento dell’indicazione geografica protetta del vino croato Prosek è sbagliata. Il Ministero – dichiara al riguardo Viale XX Settembre – si è già opposto a questo riconoscimento e utilizzerà ogni argomentazione utile per respingere la domanda di registrazione promossa dalla Croazia, anche appellandosi ai principi di tutela espressi dalla Corte di Giustizia in casi analoghi».
«Solo pochi giorni fa la Corte di giustizia europea era stata molto chiara intervenendo sulla querelle fra Francia e Spagna sul caso Champanillo. Per i giudici, il regolamento Ue protegge le Dop da condotte relative sia a prodotti che a servizi e puo’ sussistere evocazione di una Igp o di una Dop qualora, trattandosi di prodotti di apparenza analoga, vi sia un’affinità fonetica e visiva tra l’Igp o la Dop e il segno contestato. Ci sembra sia proprio il caso del Prosecco e del Prosek. La nostra denominazione è inoltre strettamente legata a un territorio ben definito. Un valore riconosciuto anche dall’Unesco che ha iscritto le colline del Prosecco nella lista del Patrimonio mondiale dell’Umanità», ha detto al riguardo il sottosegretario alle Politiche agricole alimentari e forestali, Gian Marco Centinaio, già titolare dello stesso dicastero. Aggiungendo: «Vanno tutelati gli operatori agricoli e gli sforzi fatti per ottenere prodotti di qualità e impedire che terzi si possano avvantaggiare abusivamente della notorietà che deriva dalla qualità di tali prodotti. Ci opporremo in ogni sede e con tutti gli strumenti a disposizione contro una scelta irrazionale e lesiva di una nostra eccellenza apprezzata in tutto il mondo». «Nei due mesi di tempo che abbiamo a disposizione per bloccare questa decisione assurda dobbiamo fare ora più che mai sistema, all’interno e con gli altri paesi, per dire un fermo no a quello che può trasformarsi in un precedente molto pericoloso per tutto il Made in Italy», ha concluso Centinaio.

Stefano Zanette

«La faccenda non è affatto conclusa: da quando l’istanza giunta dal Prosek verrà pubblicata sulla Gazzetta ufficiale europea avremo 60 giorni per presentare le nostre osservazioni», sottolinea Stefano Zanette, presidente del Consorzio Prosecco Doc in merito alla vicenda relativa alla richiesta di riconoscimento avanzata alla Ue da parte del Prosek croato. Per Zanette, «dalle dichiarazioni fatte dal Commissario era ben chiara la direzione che avrebbe preso” la questione. Il presidente annuncia infine che il Consorzio presenterà le sue osservazioni “insieme ad altre forze che si stanno unendo a noi, consapevoli della gravità che tale eventuale approvazione da parte della UE creerebbe. Si tratterebbe di un precedente pericoloso, le cui derive sono facilmente intuibili».

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In copertina, bei grappoli di Glera, il vitigno base del Prosecco.

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