di Carlo Morandini

La cucina di classe, se si sviluppa attorno alla perfetta conoscenza delle sue regole, e oggi anche della disponibilità di nuove tecnologie e conoscenze, non può trascurare di rimanere ancorata alle radici. Non solo ai sapori della tradizione locale, o dell’area interessata, ma anche ai prodotti e alle materie prime disponibili. In questo caso, magari dando la possibilità ai prodotti di esprimere al meglio gusto e profumi. Lo conferma Alberto Tonizzo, lo chef stellato della Riviera Friulana. Che proprio per valorizzare le potenzialità del gusto della zona ha organizzato per domani, 23 gennaio,  una serata di degustazione che permetterà di riscoprire i sapori che hanno reso famoso il suo “Ferarùt” già nel secolo scorso.

L’obiettivo di Tonizzo, ma anche del suo percorso professionale che ha portato già diversi anni fa la Stella Michelin nel ristorante di Rivignano, il locale creato dalla sua famiglia, è proprio quello di consentire agli ospiti di riconoscere i sapori del suo territorio. Dell’area, cioè, di riferimento del locale. Una identità del gusto e dei sapori che è richiesta e apprezzata dai numerosi “navigatori” della buona tavola che scelgono di soggiornare in Friuli Venezia Giulia per assaggiare i piatti tipici, la cucina di pregio e da gourmet, ma anche semplicemente tradizionale, nonché i suoi vini, da quelli alla portata di larga parte dei consumatori, comunque da gran premio visti i risultati nei concorsi internazionali, a quelli di nicchia, come il rosso maggiormente valutato a bottiglia d’Italia. Alberto, che ha iniziato il suo percorso professionale da sommelier, per poi specializzarsi dapprima nei dolci, quindi nella cucina, è infatti fortemente consapevole della necessità di proporre ai degustatori i sapori dell’area per garantirsi il gradimento degli ospiti. Specialmente di quelli che arrivano da più lontano.

Ed è proprio per questo che per domani – l’appuntamento è alle 20 – ha organizzato l’evento “Mezzo secolo di cucina”. Presenterà, con le possibilità di oggi, i piatti che in cinquant’anni di attività hanno reso famoso il “Ferarùt”. Dal cefalo dorato, citronella, pistacchio alla liquirizia con stellina dei prati (2010) ai Capelli d’angelo con Caviale friulano, mandorle d’Avola in pomata e frutto della passione (2015); dall’Insalata di granciporro e Rosa di Gorizia e un racconto in quattro salse (1980) alla Zuppa di pesci ai cinque fumetti (1975). E ancora, gli Gnocchi di barbabietola rossa con “Brovade” come fosse tartufo, yogurth e zizania aromatica (2011); le Crèpe all’arancia, ganache al cioccolato con gelato al fior di latte e noci (1970).

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In copertina e qui sopra piatti e vini di classe al “Ferarùt” di Rivignano.

 

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