Disturbi alimentari: in Italia si contano oltre 8.500 nuovi casi ogni anno, e si stima ne soffra il 10 per cento degli adolescenti. In provincia di Pordenone si registrano circa 160 nuovi casi l’anno e dal 2008 al 2019 nel reparto di pediatria all’ospedale cittadino sono state ricoverate 60 persone, che rappresentano solo il 20 per cento dei pazienti seguiti. Rilevante anche l’età di coloro che soffrono di questi disturbi: si tratta di giovanissimi che in media hanno 15 anni. Proprio alla difficoltà di rapportarsi con equilibrio all’alimentazione, ed ai risvolti psicologici e psichiatrici che le relazioni col cibo nascondono o implicano è dedicato il convegno a più voci promosso dall’Istituto Regionale di Studi Europei per domani 22 ottobre, in programma dalle 15.30 nell’auditorium del Centro culturale Casa Zanussi di Pordenone: “Quando il cibo è un problema: a partire dai più piccoli. Come nascono, e come si possono curare, i disturbi alimentari più comuni” titola il forum che punta i riflettori sull’impegno a livello territoriale di pediatri, psicologi, operatori sanitari sui disturbi in età precoce, con il coinvolgimento di famiglie e mondo della scuola. Interverranno Roberto Dall’Amico, direttore Dipartimento materno infantile Ospedale “Santa Maria degli Angeli” di Pordenone e direttore ad interim Sc Pediatria San Vito-Spilimbergo; Gianluigi Luxardi, psicoterapeuta e psicologo, direttore del Centro disturbi alimentari di San Vito al Tagliamento; Liliana Giust, presidente di Adao Friuli onlus Associazione Disturbi Alimentarie Obesità. L’evento rientra nel cartellone 2020 della rassegna Irse “Affascinati dal cervello”, dedicata quest’anno a “Mens sana in cibo sano”. La partecipazione è gratuita sia “in presenza”, nel totale rispetto delle norme di sicurezza, che in diretta streaming sul sito Irse. I relatori saranno introdotti dal divulgatore scientifico Gianluca Liva, con formazione in neuroscienze, storia della scienza e comunicazione alla Sissa di Trieste.

Gianluigi Luxardi

Roberto Dall’Amico

I disordini alimentari sono gravi patologie con complicazioni fisiche e psichiche, possono colpire bambini, adolescenti e adulti, prevalentemente di sesso femminile anche se negli ultimi anni si riscontra un’incidenza del 10 per cento circa nella popolazione maschile. I fattori psicologici contribuiscono all’insorgenza di comportamenti alimentari anormali, che includono sia l’estremamente scarso, sia l’eccessiva assunzione di cibo. Curare un individuo, quindi, significa considerare tutti i possibili ambiti della sua vita, compresi quelli sociali: chi ne è affetto non riesce ad alimentarsi con sufficiente serenità ed ha una percezione alterata del proprio corpo.

«Non si ha esempio di malattia psichiatrica con una simile propagazione, una vera e propria epidemia sociale – commenta Liliana Giust -. Si parla di tre milioni di ragazzi, in Italia, che soffrono oggi di questi disturbi, non a caso seconda causa di morte in età adolescenziale, dopo gli incidenti stradali». Adao Friuli Odv è un’Associazione di genitori e familiari di pazienti affetti da Disturbi del Comportamento Alimentare attiva dal 2003, impegnata nella prevenzione e nella diagnosi precoce di questi gravi patologie: l’ultimo progetto sul territorio, “Sana Alimentazione”, si è svolto con otto classi di due scuole medie della provincia di Pordenone nel 2019 e attraverso corsi di formazione per insegnanti ed educatori (2018), ma anche per allenatori, tecnici, istruttori e insegnanti di scienze motorie (2020).
Osserva il direttore del Centro Disturbi Alimentari di San Vito al Tagliamento, Gianluigi Luxardi, che i disturbi alimentari colpiscono sempre più bambini e possono iniziare già intorno ai cinque anni. Nelle bambine delle Scuole primarie sono stati trovati i disturbi più comuni, dall’anoressia alla bulimia, assieme a disordini alimentari più difficili da interpretare, come la disfagia – la difficoltà a deglutire – il selective eating (alimentazione selettiva), il food avoidance emotional disorder (disturbo emotivo da avversione per il cibo) e l’ortoressia (ossessione di un’alimentazione sana). «La percentuale di guarigione – ha spiegato Luxardi- è pari al 70%. Solitamente nel giro di due anni i pazienti, soprattutto quelli più giovani, riescono a guarire».

Info IRSE Bit.ly/IRSE_AffascinatiCervello2020

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In copertina, salumi tipici della tradizione agroalimentare friulana.

 

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