di Giuseppe Longo

Purtroppo anche con danni, alla fine la tanto sospirata pioggia è arrivata, seppure non sufficiente a spegnere la lunga sete delle nostre campagne. Per cui, anche dal punto di vista vitivinicolo, quella che stiamo vivendo resterà sicuramente un’annata da ricordare.  Sotto molti aspetti, in senso negativo. La lunghissima siccità – che, per quanto riguarda la sua durata, almeno in Friuli Venezia Giulia a memoria non ha stagioni simili – ha infatti pesantemente colpito i vigneti, ormai prossimi alla vendemmia per certe varietà più precoci – o addirittura anche già avviata, come è avvenuto oggi con il Pinot grigio dei soci della Cantina di Casarsa – e  per le basi spumanti, tra le quali ormai domina il Prosecco, influendo sulla quantità che risulterà sensibilmente decurtata – si stima un 10-15 per cento in meno -, mentre la qualità dovrebbe essere garantita sebbene certe criticità siano evidenti come la bassa acidità contenuta in acini piccoli e dalla buccia ispessita. Le piogge annunciate anche per le prossime ore – auspicabilmente tranquille, senza altri danni – potrebbero però ancora fare la differenza, soprattutto in quei terreni sprovvisti di alcun sistema irriguo. E poi c’è il problema, sempre più preoccupante, della flavescenza dorata che sta falcidiando i vigneti, con danni spesso irreversibili.

L’intervento di Cotarella e di due relatori.

Una “radiografia” certamente problematica quella emersa dall’affollato incontro prevendemmiale che Assoenologi Fvg – presente anche il leader nazionale Riccardo Cotarella – ha tenuto ieri ai Vivai Cooperativi di Rauscedo, ma che può essere affrontato con risposte efficaci proprio attraverso la competenza dei tecnici della vite e del vino, come ha sottolineato in un puntuale e interessante messaggio audio l’assessore regionale alle Risorse agricole, Stefano Zannier, trattenuto da improrogabili impegni. Di tutto rispetto i relatori che hanno sviluppato la importante tematica stagionale, dopo i saluti del presidente Matteo Lovo, al suo esordio nel tradizionale vertice tecnico-scientifico-economico, dopo avere ricevuto il testimone da Rodolfo Rizzi. «Più che la mancanza d’uva, perché i grappoli ci sono, a pesare negativamente – ha osservato – saranno le basse rese in mosto, specialmente su Collio, Colli orientali del Friuli e Carso dove l’irrigazione non esiste». E ha aggiunto: «Per fortuna in questi ultimi giorni, dopo la interminabile siccità, c’è stata una escursione termica rivelatasi benefica per l’accrescimento di aromi e profumi, visto che in questi mesi, soprattutto nelle zone non irrigate, le viti non hanno avuto uno sviluppo regolare».
Mentre Eugenio Sartori, direttore generale Vcr, ha fatto gli onori di casa, il presidente Cotarella ha tra l’altro osservato che «nessuno di noi ha la preparazione per gestire una vendemmia particolare come questa, che ci ha colti tutti di sorpresa. Ma – ha continuato – la passione e l’umiltà dell’enologo per capire, vigna per vigna, cosa è accaduto in questa estate insolita, consentiranno certamente di individuare il da farsi, gestendo al meglio le operazioni vendemmiali con sensibilità e dedizione».

Calzavara, Cotarella, Fabbro e Rizzi.


Quindi, Sandro Bressan, dell’Ersa Fvg, ha parlato delle patologie della vite e in particolare di flavescenza dorata, della sua incidenza e dei possibili rimedi, mentre Valentina Gallina, Osmer Fvg, si è soffermata sul quanto mai anomalo Andamento meteo della stagione 2022, caratterizzato appunto da una siccità che si protrae da fine inverno, facendo altresì riferimento alle complicazioni causate dal repentino cambiamento climatico. Paolo Sivilotti, Università di Udine, in collaborazione con Francesco Degano, Consorzio delle Doc Fvg, si è poi soffermato sugli aspetti fitosanitari della vite e sulle curve di maturazione dei grappoli, con interessanti indicazioni varietali. Michele Bertolami, del Ceviq, ha poi disquisito sul nuovo piano dei controlli, cedendo il microfono a Franco Battistutta, Dipartimento di scienze agroalimentari, ambientali e animali dell’Ateneo friulano,  il quale ha fornito alcune considerazioni sulla lavorazione dei mosti in cantina, tenendo conto delle conseguenze provocate appunto dall’anomalo andamento meteorologico. Infatti, la prolungata carenza idrica ha causato uno stress sulle piante che ha influito notevolmente su ph ed equilibrio acidico, con non trascurabili ricadute tecnologiche e sensoriali, che si rifletteranno anche sulla longevità dei vini. L’esperto ha pertanto sottolineato l’importanza del nutrimento e della regolarità fermentativa, ma anche del contenimento dei difetti da riduzione. «Attenzione a non generalizzare – ha osservato -, le ultime piogge, anche locali, possono cambiare drasticamente il quadro acidico». E poi ha anche messo in guardia: «Non perdere di vista le diverse maturità, il raggiungimento degli obiettivi rispetto a zuccheri e acidità non significa avere uva matura».

Stefano Trinco

Adriano Gigante

Infine, gli interventi di Stefano Trinco, neo presidente della Doc Friuli, e di Adriano Gigante, presidente del Consorzio delle Doc Friuli Venezia Giulia, che hanno proposto interessanti riflessioni sullo stato di salute del Vigneto Fvg e sulla situazione economica in questa importante fase che ci vede finalmente, almeno pare, all’uscita dalla crisi pandemica che tanto ha influito anche sul settore vitivinicolo, raccordandosi pure sulle considerazioni di carattere generale che aveva fatto Riccardo Cotarella all’apertura dei lavori.
Molto interessante, dicevamo il messaggio dell’assessore Zannier, il quale ha esordito riferendosi proprio alle difficoltà estreme causate dalla gravissima siccità, appunto senza precedenti, e che non ha risparmiato il settore vitivinicolo, soprattutto dove non c’è la possibilità di irrigare, per cui la Regione Fvg è impegnata a sostenere tutte quelle iniziative atte almeno ad attenuare un problema sempre più evidente, innescato dai citati mutamenti atmosferici: interessante, al riguardo, l’invaso collinare realizzato recentemente a Prepotto a beneficio delle vigne di Albana. L’esponente della Giunta Fedriga ha fatto quindi riferimento alle caratteristiche quali-quantitative di questa particolarissima annata e a una vendemmia che richiederà tutta la preparazione degli enologi per essere affrontata in modo efficace. E poi la vera e propria «esplosione della flavescenza dorata», un fenomeno ancora tutto da capire ma con contorni preoccupanti sotto gli occhi di tutti, tanto che le viti colpite «vanno messe quanto prima fuori ciclo» al fine di non compromettere anche quelle sane. Zannier ha riferito, al riguardo, che è allo studio con la Regione Veneto un efficace metodo di lotta.
Insomma, più ombre che luci, purtroppo, in quest’annata tutta eccezionale per le nostre latitudini, a cavallo del 46° parallelo. Non eravamo abituati a questi prolungati stress idrici che hanno richiesto attenzioni speciali per il vigneto, e che le richiederanno anche in cantina. La competenza e la passione dei nostri enologi sapranno, però, anche stavolta metterci la classica “pezza”. Per cui anche quest’anno, nonostante tutto, la riconosciuta qualità dei nostri vini sarà salvaguardata. Come dire che il Vigneto Fvg, con i suoi produttori e tecnici, saprà vincere anche questa inedita sfida.

Infine una bella foto-ricordo.

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In copertina, Matteo Lovo con il presidente nazionale di Assoenologi Riccardo Cotarella ieri pomeriggio ai Vivai di Rauscedo.

(Foto Claudio Fabbro)

 

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