di Giuseppe Longo
L’artrosi che l’affliggeva da tempo l’aveva costretta a lavorare meno e, alla fine, anche quelle mani abilissime hanno dovuto arrendersi. Ma quanto hanno prodotto e insegnato proprio quelle piccole mani! Così tanto che fino a qualche anno fa hanno collaborato anche con la Pro Loco di Reana per animare i corsi di “scus”, le foglie – scientificamente brattee – che ricoprono le pannocchie di granoturco e che Diana Facile sapevano trasformare in sporte e tanti oggetti utili e simpatici, belli per decorare la casa. Era una delle ultime e più brave maestre cartocciaie del Rojale. Se n’è andata improvvisamente, a 84 anni, essendo nata nel 1936 quasi alla vigilia dell’ultima guerra che ha insanguinato anche il nostro Friuli. Viveva a Remugnano e i funerali saranno celebrati domani, alle tre del pomeriggio, nella Chiesa parrocchiale di Rizzolo cui anche questa frazione fa riferimento. Diana si è spenta a pochi giorni dal Natale, la festa dei presepi, quelli realizzati proprio con quegli “scus” che anche lei, artigiana di prim’ordine, sapeva intrecciare e modellare creando Natività piene di poesia e suggestione. Partendo da una materia prima umile, praticamente uno scarto produttivo della coltivazione del mais che oggi, con la raccolta meccanica della granella, viene triturata già sul campo.
«Per garantirsi un’entrata in più, anche la famiglia di Diana – racconta Renata Barborini, segretaria della Pro Rojale – si dedicava alla produzione di sporte e manufatti in “scus” e lei, fin da piccola, aveva imparato a preparare la “corda” che veniva utilizzata la sera dalle donne che si riunivano nelle stalle per la lavorazione. La passione per il cartoccio l’ha poi condotta a Rizzolo dove, una volta acquisito ed affinato le tecniche, seguendo gli insegnamenti di un maestro molto creativo, ha proseguito il lavoro dedicandosi all’intreccio ed alla produzione di opere decorative, come le famose bamboline».
Ma questo era soltanto il primo passo per Diana Facile, la quale è poi entrata a far parte della Cooperativa dei cartocciai friulani, unica esperienza nel suo genere, creata da quel don Mario Fabrizio che il Rojale ricorda con affetto e gratitudine per essersi battuto per la tutela delle donne lavoratrici. «Vi è rimasta – riprende Renata Barborini – fino alla sua chiusura, producendo tanti manufatti di pregio. Il carattere forte, la determinazione e l’intraprendenza l’hanno sempre contraddistinta e guidata nelle sue scelte di vita. Dopo il terremoto, si è dedicata anche all’insegnamento delle tecniche dell’intreccio alle donne sfollate a Lignano ed in seguito, con il sostegno di diversi Comuni della Pedemontana, ha partecipato a all’istituzione di diversi corsi di formazione professionali».
Ma anche per la Cooperativa cartocciai, purtroppo, era giunta l’ora del tramonto. E alla sua chiusura, avvenuta nell’ormai lontano 1987, Diana Facile, divenuta artigiana, ha intrapreso un’attività sempre inerente alla lavorazione del cartoccio, continuando ad affinarne le tecniche. «Di quel periodo – ricorda ancora la segretaria della Pro Loco – sono copie di quadri famosi ed immagini sacre realizzate proprio con le foglie del mais, che abbiamo avuto il piacere di ammirare anche alla mostra “Maraveis di scus”, che assieme alle colleghe cartocciaie ha presentato nel 2015 alla Vetrina del Rojale. Negli anni successivi ha insegnato l’arte del cartoccio agli alunni dell’Istituto per disabili di Fraelacco, collezionando soddisfazioni per i tanti apprezzamenti ricevuti».
Ma ecco la sua collaborazione con la Pro Loco, soprattutto per trasmettere il suo sapere alle nuove generazioni al fine di assicurare una pur minima continuità a questo importante artigianato, che oggi è anche artistico, partendo proprio da un sottoprodotto del mais. «Diana le ha assicurato un prezioso apporto – conclude Renata Barborini – sin dalla sua creazione divenendone socia attiva, esponendo i suoi manufatti nella Vetrina del Rojale e seguendo, con le altre maestre cartocciaie, i corsi di intreccio istituiti ogni anno dall’associazione stessa, fino a quando le condizioni di salute gliel’hanno permesso. Curava, inoltre, personalmente il suo splendido giardino che è stato ammirato, assieme alle sue opere, durante la tappa di un’edizione recente del RojalTour, che avevamo organizzato proprio alla sua dimora per renderle omaggio. E oggi che lei non c’è più un pensiero di cordoglio e partecipazione va anche alla sua famiglia da parte della nostra Pro loco, ma pure di tutto il Rojale. Mandi Diana!».
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In copertina, Diana Facile accanto al telaio di una sporta in lavorazione.
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