di Giuseppe Longo
Sono passati quasi 30 anni dal più devastante evento alluvionale che ha colpito il territorio comunale di Nimis. Era infatti la fine di settembre del 1991, quando si scatenò la furia degli elementi con un nubifragio eccezionale concentrato soprattutto sul Gran Monte che riversò nel torrente Cornappo, trasformatosi improvvisamente in un pericolosissimo “imbuto”, una massa impressionante d’acqua che spazzò via due ponti (uno prontamente ricostruito, l’altro ancora sostituito da un guado), causando gravi danni di erosioni alle sponde e inondazioni delle campagne circostanti. Ma a farne le spese fu anche il territorio pedemontano e collinare, soprattutto di Ramandolo sulle pendici della Bernadia, dove si verificarono numerosi movimenti franosi a danno dei pregiati vigneti. Cosa che si è ripetuta anche successivamente, seppur non in modo così grave, denunciando la fragilità di questa zona, come quella contermine di Sedilis – pure vocata alla produzione di ottimi vini, fra i quali primeggia il Ramandolo Docg -, interessata spesso da smottamenti, tanto che di recente a Tarcento è stato presentato un piano di interventi definito “epocale”.
Danni a Ramandolo, Cloz e Pecolle.
E pure la civica amministrazione di Nimis, nell’ultimo anno, ha segnalato alla Protezione civile regionale – come informa l’assessore Fabrizio Mattiuzza – problematiche di dissesto idrogeologico e opere di resilienza per la ragguardevole cifra di oltre 6 milioni di euro, riguardanti tutto il territorio comunale, dai movimenti franosi di Ramandolo, Borgo Cloz e Pecolle, alla messa in sicurezza di varie strade comunali e ponti, in particolare quella della Motta (in accordo con il confinante Comune di Povoletto). “Un piano, quello progettato per Coia e Sedilis – aggiunge l’esponente della Giunta guidata da Gloria Bressani -, che si spera sia esportabile anche a Nimis, in particolare per il recupero dei terreni abbandonati”. Infatti, sono molte le aree in preda al degrado con pericolosi effetti su tutto il territorio, in quanto aumentano quella fragilità di cui si diceva e che è messa a dura prova durante gli eventi meteorici estremi purtroppo sempre più frequenti a causa dei repentini e rilevanti cambiamenti climatici.
L’assessore Fabrizio Mattiuzza.
Cosa che è avvenuta anche tre anni fa, alla fine di ottobre, quando si è scatenata la tempesta “Vaia”, caratterizzata soprattutto da un vento eccezionale che nessuno ricordava e che ha provocato moltissimi danni pure nel territorio di Nimis, alle case ma anche all’ambiente, vale da dire ai terreni coltivati – in primis, dunque, i vigneti – e ai boschi. Per cui – ricorda ancora l’ingegner Mattiuzza – oltre che per gli eventi alluvionali del 28 ottobre 2018, al Friuli Venezia Giulia è stato riconosciuto dal Governo lo stato di emergenza anche per gli eccezionali eventi meteorologici del mese di novembre 2019. In entrambi i casi il capo del Dipartimento della Protezione civile ha nominato commissario delegato per l’emergenza per la nostra Regione il presidente della Giunta, Massimiliano Fedriga.
Il Comune di Nimis risulta dunque compreso nell’elenco dei territori colpiti dalle suddette calamità, ed è stata premura dell’Amministrazione civica segnalare prontamente tutti i danni e i fabbisogni conseguenti a tali eventi meteo, oltre a quelli relativi ad altre situazioni calamitose, come quelle del 10 agosto 2017 e del 29 giugno 2020, quando una violenta grandinata aveva praticamente annientato la produzione dei vigneti di Ramandolo e di Torlano.
Una sistemazione a Ramandolo.
In particolare nel settembre scorso, rispondendo alla nota della Protezione civile regionale con la quale veniva richiesta la ricognizione dei fabbisogni finanziari relativi sia ad opere di prevenzione che di ripristino dei danni conseguenti agli eventi di novembre 2019, il Comune di Nimis ha trasmesso il già ricordato elenco di 27 interventi per un importo stimato di circa 6.364.000 euro.
Un intervento sul Cornappo.
Gli interventi segnalati – spiega ancora Mattiuzza – riguardano tutto il territorio comunale. I più rilevanti si riferiscono alla salvaguardia dell’incolumità sulla strada Ramandolo-Chialminis, da sempre soggetta allo stacco di massi dal monte Bernadia; alla messa in sicurezza delle strade comunali di Cloz, Pecolle e Monteprato; alla pulizia e manutenzione degli alvei del Cornappo, del Lagna, del Montana, oltre a rii e corsi d’acqua minori; nonché alla messa in sicurezza del ponte della Motta (segnalazione congiunta, come si diceva, con il Comune di Povoletto) e alla manutenzione di altri ponti.
Va evidenziato – conclude l’assessore comunale alle attività produttive – che fino ad oggi diversi sono stati gli interventi gestiti dall’Amministrazione comunale di Nimis per conto del commissario delegato della Protezione civile, realizzati nell’ambito dell’emergenza “Vaia” e più precisamente:
– Intervento per il ripristino e la messa in sicurezza della viabilità comunale tra Monteprato e Vallemontana – terzo lotto, di importo complessivo di 210.646,78 euro, realizzato dalla ditta Ises Srl;
– Intervento per il ripristino e la messa in sicurezza della viabilità comunale tra Monteprato e Vallemontana – quarto lotto, di importo complessivo di 202.962,05 euro, realizzato dalla ditta F.&B. Compagnia Costruzioni Immobiliari Srl;
– Interventi a salvaguardia della pubblica incolumità e del transito per la messa in sicurezza della viabilità comunale Ramandolo Chialminis, di importo complessivo di 351.436,73 euro, realizzato dalla ditta Di Betta Giannino Srl
– Interventi a salvaguardia della pubblica incolumità e del transito per la messa in sicurezza della viabilità comunale Ramandolo Chialminis – Completamento, di importo pari a 64.541,50 euro, realizzato dalla ditta Di Betta Giannino Srl.
Gli effetti alluvionali di 30 anni fa nei vigneti e un grosso masso a Torlano staccatosi dalla Bernadia.
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In copertina, un movimento franoso a Ramandolo, sulla strada panoramica per la frazione di Chialminis.
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