di Giuseppe Longo
TARCENTO – Da sempre si sa che l’oro è il bene rifugio per eccellenza, in grado di metterci al riparo dai danni di improvvise (e neanche tanto) tempeste finanziarie – chi non ricorda i gravi contraccolpi anche sui nostri conti correnti in seguito al tracollo di Lehman Brothers nei primi anni Duemila? – o da crisi di vario genere che possono turbare il regolare andamento economico. Quindi, investire in oro o in altri metalli preziosi (ottimo anche l’argento) rappresenterebbe una saggia formula per tutelare i propri risparmi, anche perché chi l’ha fatto una ventina di anni fa, all’epoca della introduzione dell’euro, si trova oggi con un valore fortemente lievitato, mentre il potere d’acquisto della moneta unica si è andato via via riducendo a causa del rincaro, spinto da varie motivazioni, delle materie prime e della erosione di salari, stipendi e pensioni da parte di una inflazione costante, addirittura senza freni.

Vale oro, dunque, la nostra tranquillità economica, specialmente in un momento delicato come l’attuale, oppresso da un debito pubblico sempre più gigantesco, travagliato da guerre che non intendono spegnersi, da crisi di ogni tipo e da economie mondiali che si fronteggiano attraverso due grandi blocchi: quello occidentale-atlantico con a capo gli Stati Uniti d’America e quello rappresentato dai cosiddetti Brics, i Paesi emergenti fra i quali agli iniziali Brasile, Russia, India e Cina si sono aggiunti Sudafrica, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia, Iran e Indonesia. Uno scenario molto complesso nel quale è avvenuta anche la presentazione del libro del professor Diego Fusaro “Marx a Wall Street. Il capitalismo finanziario e le sue truffe” (Edizioni Piemme), un saggio provocatorio e profondo che analizza le contraddizioni del capitalismo globale, intrecciando il pensiero di Marx con le dinamiche speculative dell’alta finanza.

Una presentazione che non è avvenuta, come si potrebbe pensare, nella sede di un ente pubblico o di un’organizzazione che si occupi di economia, bensì in una bella azienda agricola del Tarcentino: all’agriturismo Micossi che s’incontra sulla strada che sale da Nimis alla volta di borgo Clotz e prosegue per Sedilis, nel cuore del “cru” che ci dona quel gioiello che il Ramandolo, da un quarto di secolo premiato dalla Docg, la denominazione di origine controllata e garantita, il massimo riconoscimento per un vino di qualità. E il Ramandolo, ottenuto nei vigneti ai piedi della Bernadia tra Nimis e Tarcento, è il primo ad averlo ottenuto in Friuli Venezia Giulia, dopo un lungo iter legislativo, nell’ormai lontano 2001. L’incontro è stato organizzato da Geko Gold – una realtà attenta alla cultura economica e ai percorsi di consapevolezza personale e collettiva (le cui sedi si ritrovano nella Repubblica di San Marino, a Rimini e a Padova), sul posto con suoi rappresentanti – con un protagonista d’eccezione del pensiero contemporaneo, il filosofo opinionista e saggista torinese autore di numerosi volumi che fanno luce sulle complicate tematiche d’oggi, divenendo uno degli intellettuali più discussi del panorama italiano, capace di accendere il dibattito e stimolare nuove visioni sui temi economici, sociali e culturali del nostro tempo.

Il saggista quarantaduenne – davanti a un folto e attento uditorio, al quale ha proposto una vera e propria “lezione” socio-economica – ha fatto il punto su quest’epoca di forti polarizzazioni, nuovi ordini mondiali, tensioni internazionali e sconfitte politiche altisonanti, sostenendo quanto sia importante una riflessione profonda sul mondo in cui viviamo e su chi muove i fili dell’alta finanza, a cominciare dai gruppi bancari e dalle Banche centrali (in primis Bce e Federal Reserve), oltre che dal Fondo monetario internazionale. Diego Fusaro è tornato, infatti, sul tema che più di tutti lo rende riconoscibile come studioso in Italia e nel mondo: appunto Karl Marx e il capitalismo di oggi. «Lo “spettro di Marx” – ha osservato il professore – seguita ad aggirarsi minaccioso tra le rovine del desolato paesaggio post-1989, e resta la guida imprescindibile e il sismografo irrinunciabile per cartografare le contraddizioni che costellano il nostro presente». Come dire che “Marx a Wall Street” indaga criticamente il nuovo capitalismo finanziario che si è venuto contraddittoriamente delineando a partire dagli anni Ottanta del cosiddetto “secolo breve” e che si è rafforzato con la marcia trionfale della globalizzazione liberal-finanziaria, fino a questi ultimi anni, E a maggior ragione oggi che, con la vittoria negli Usa di Donald Trump, entra in una nuova e sofisticata fase dell’ordine mondiale. Molto ampia, dunque, la tematica affrontata in una utile e partecipata riflessione, stimolata da vari interventi, anche sorseggiando un ottimo Ramandolo Docg. Che poi a Nimis, in una fortunata manifestazione promozionale d’autunno, diventa puntualmente “Oro di Ramandolo”…
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Diego Fusaro (Torino, 1983) è una delle voci più critiche e indipendenti della riflessione filosofica contemporanea. Specialista di Filosofia della storia e interprete eterodosso di Hegel e Marx, insegna Storia della filosofia all’Istituto Alti Studi Strategici e Politici di Milano. All’insegnamento e alla ricerca affianca la divulgazione, anche attraverso collaborazioni giornalistiche con testate quali La Stampa e Il Fatto Quotidiano. Tra i suoi libri: Bentornato Marx! (Milano, 2009), Pensare altrimenti (Torino, 2017), Storia e coscienza del precariato (Milano, 2018), Il nuovo ordine erotico (Milano, 2018), Glebalizzazione (Milano, 2019).
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In copertina e all’interno immagini dell’incontro con il professor Diego Fusaro.
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