di Giuseppe Longo

Il clima in questi ultimi decenni è molto cambiato, le temperature si sono elevate e la vitivinicoltura oggi è possibile anche in alta quota grazie all’impiego di nuovi vitigni – le varietà “resistenti”, ormai a livello internazionale conosciute come Piwi – che hanno cominciato a dare interessanti risposte a chi ha deciso di sperimentarli. Come è avvenuto, per esempio, in Carnia, con punto di riferimento Forni di Sotto, dove da alcuni anni è stata avviata con successo una importante sperimentazione, con l’impianto di alcune nuove varietà, tra le quali il Solaris. Ed è proprio su questa che ruoterà un ricco convegno che si articolerà nelle giornate del 3 e 4 maggio, dal titolo “Piwi Wines: uno sguardo alle prospettive globali partendo dal Solaris”. Regista dell’evento il dottor Roberto Baldovin, presidente della Rete di impresa “Adalt”, il quale anticipa che si tratterà di «un’opportunità senza precedenti per immergersi nel mondo affascinante dei vini “resistenti” con approfondimenti guidati da ospiti e relatori illustri». Baldovin è, infatti, il responsabile dell’intera operazione riguardante la viticoltura montana che ha beneficiato anche del determinante apporto dell’enologo Paolo Valdesolo. A ispirare il progetto è stata proprio la disponibilità di nuove varietà resistenti al freddo e alle malattie. Obiettivi? La riconversione di terreni agricoli incolti e la possibilità di offrire nuove opportunità di lavoro. Proprio fruendo di varietà resistenti agli attacchi fungini, e quindi in perfetta sintonia con l’esigenza di difendere l’ambiente richiedendo meno trattamenti, ma anche alle avversità climatiche, come appunto le basse temperature della montagna.

L’evento si terrà dunque, venerdì e sabato prossimi, proprio a Forni di Sotto «dove il vitigno Solaris – aggiunge Baldovin – ha raggiunto vette di eccellenza grazie alle
peculiarità di questa incantevole zona montana». Il programma della due giorni carnica promette sessioni tecniche coinvolgenti con produttori di vino, giornalisti e sommelier. Saranno inoltre proposte masterclass, degustazioni e due cene aperte al pubblico, arricchite dai piatti tipici della Carnia e dai vini Piwi. «Non mancate – aggiunge il tecnico – quest’occasione unica per scoprire, degustare e celebrare il mondo dei vini “resistenti”. Un percorso volto alla conoscenza dei Piwi dall’Italia e da tutta Europa: venerdì 3 maggio viaggeremo alla scoperta di vini ottenuti da diverse varietà resistenti, mentre sabato 4 maggio ci concentreremo sul Solaris».
Si comincerà, dunque, venerdì mattina, alle 9, nella sala Azzurra dell’auditorium fornese, mettendo subito a fuoco sfide ed opportunità nel mercato dei vitigni resistenti, la viticoltura montana, residuo zero e certificazioni, clima e malattie; quindi, nella seconda parte del convegno, si punterà l’obiettivo sulla sostenibilità della viticoltura in montagna, le tecniche di vinificazione, l’esperienza in Friuli Venezia Giulia, il profilo enologico delle qualità resistenti, i droni in vigneto. Nel pomeriggio sarà allestito un banco di degustazione con Piwi wines provenienti da tutta l’Europa, oltre a due masterclass: la prima con Mara Micolino (sommelier Ais) e Nicola Biasi (consulente enologo), dal titolo Viticoltura pioneristica: climi freddi e vitigni resistenti; la seconda sarà tenuta dai Vivai cooperativi Rauscedo per presentare le nuove varietà resistenti in fase di registrazione nazionale. La giornata sarà conclusa da una cena di gala con menu carnico a cura degli chef Daniele Cortiula e Fulvio De Santa, accompagnata da un’ampia degustazione di Piwi – ben dieci vini! – provenienti da tutta Europa. La loro degustazione sarà accompagnata dalla sommelier Ais Romina Orlando.


Sabato mattina invece, come detto, obiettivi puntati tutti sul vitigno Solaris con approfondimenti sul progetto Borgo Biologico e Biodistretto, nonché sulle sperimentazioni e su come perseguire la qualità, prospettive di un territorio in evoluzione con base appunto il Solaris in montagna. Quindi, condivisione di esperienze riportate da diverse delegazioni Piwi: Friuli Venezia Giulia, Veneto, Polonia, Danimarca e Svezia. Nel pomeriggio il banco di degustazione, con Piwi wines provenienti da tutta l’Europa, si concentrerà soprattutto sul Solaris, vitigno che poi sarà oggetto di una masterclass che prevede anche l’assaggio di dieci vini provenienti da cinque territori diversi. Seguirà una masterclass tenuta dalla Fondazione “Edmund Mach” di San Michele all’Adige, in Trentino, per la presentazione di nuove varietà resistenti in fase di registrazione nazionale. Anche la seconda giornata sarà conclusa da una cena di gala con la degustazione di dieci Solaris provenienti da tutta l’Europa. Molto numerosi e qualificati i relatori, provenienti anche dall’estero, che si alterneranno nella due giorni sui vini d’alta quota, che saranno aperti dai saluti di Roberto Baldovin, presidente di Adalt, e Claudio Coradazzi, sindaco di Forni di Sotto, che parlerà a anche a nome della Comunità montana della Carnia.


Ricordiamo che la sperimentazione in atto rientra nel progetto Italia-Austria “Biovitis – Viticoltura biologica nelle regioni della Valc Canale, Gaital e Carnia (KGC)”, oggetto di una presentazione che si era tenuta a Tolmezzo, quando erano finiti sotto la lente d’ingrandimento i quattro vigneti montani, posti a quote altitudinali superiori ai 700 metri sul livello del mare, la salubrità delle loro uve, dei mosti e dei vini, attraverso lo studio delle percentuali di rame ed acido gluconico. Si era altresì analizzata la vitalità dei lieviti, per isolare eventuali nuovi ceppi resistenti proprio al freddo. «Il punto di partenza delle indagini – ci aveva riferito a suo tempo il dottor Baldovin, come detto responsabile della sperimentazione – sono i vigneti esistenti nell’area del progetto (uno a Forni di Sotto, uno a Malborghetto-Valbruna e due in Carinzia). Le aziende pioniere si sono affidate ai nuovi vitigni resistenti ai funghi (Piwi): queste varietà possono produrre rese stabili in quantità e qualità anche nelle elevate precipitazioni e nelle condizioni fresche della regione alpina». Nell’ambito del progetto, lo sviluppo e lo stato di salute di questi vigneti sono stati esaminati in modo più dettagliato e confrontati tra loro a livello transfrontaliero. Tra gli obiettivi, inoltre, la creazione di una mappa climatica viticola dell’intera area del progetto.
A partire dal 2015, si sono realizzati campi sperimentali, in particolare, a Drogne di Forni di Sotto (865 metri), nel Comune di Forni di Sopra, a Cella (900 metri) e a Pradàs (940) e perfino a Tavarons (1100!). Durante questi studi le viti sono state sottoposte anche a dure prove climatiche, come la gelata tardiva dell’aprile 2017 – che aveva causato gravi danni in tutto il Vigneto Fvg -, il Burian russo del febbraio 2018 seguito dalla tempesta Vaia di fine ottobre e delle piogge intensissime del novembre 2019. Sono stati impiegati otto vitigni resistenti diversi. Oltre ai citati Solaris e Soreli, Valnosia e Sauvignon Kretos, tutti bianchi, e i rossi Cabernet Cortis, Julius, Merlot Kanthus e Volturnis. Con Baldovin e Valdesolo collaborano al progetto Nicola Macrì (tutor agronomo) e Paolo Antoniali (analisi aromatiche ed isolamento lieviti). Sovrintende all’intera sperimentazione la citata Fondazione “Edmund Mach”.

Alla fine del 2022, i vini ottenuti dalle sperimentazioni in Carnia nelle ultime tre annate erano stati sottoposti a un’analisi tecnica e sensoriale nella sede dell’azienda vitivinicola “Pitars” a San Martino al Tagliamento, con un parterre di alto livello che ha visto la partecipazione di una quarantina tra ricercatori, esperti degustatori, agronomi, enologi, giornalisti ed imprenditori, con il dottor Alexander Morandell, presidente di Piwi International, organizzazione il cui acronimo sottintende appunto le “viti resistenti”. Oggetto di discussione e di analisi sensoriale i vini ottenuti dalle varietà Solaris e Soreli coltivate nei vigneti sperimentali impiantati a Forni di Sotto e a Forni di Sopra, con la comparazione delle ultime tre annate di entrambe le varietà. Ricordiamo, in particolare, che Solaris è stato registrato già nel 2013 al Ministero delle Politiche agricole ed ha un’alta resistenza al freddo (fino a -24 gradi), è caratterizzato da germogliamento tardivo e maturazione precoce, oltre che da un’alta resistenza alle principali malattie.
Un “pianeta” dunque tutto da esplorare, al fine di individuare le prospettive di un suo ulteriore sviluppo sulla base delle esperienze finora maturate. Tutte indicazioni che usciranno dall’importante convegno di Forni di Sotto, dove si aprirà questo nuovo capitolo sulla storia della vitivinicoltura friulana, ma anche italiana, europea e mondiale. Suggerito e incentivato proprio dal clima che è mutato e che pare possa cambiare ancora, anche abbastanza rapidamente.

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In copertina e all’interno la varietà resistente Solaris; infine, il dottor Roberto Baldovin e due immagini della degustazione con, oltre a Paolo Valdesolo che parla, anche Alexander Morandell e Claudio Coradazzi.

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